lunedì 30 maggio 2011

Roberto Bolaño: Los detectives salvajes; incontro organizzato dall'ILA

Roberto Bolaño: Los detectives salvajes -


Martedì 31 maggio, alle ore 16.30, nella sede dell'IILA. via Giovanni Paisiello 24, si terrà l'incontro sul tema
"Roberto Bolaño: Los detectives salvajes", con interventi di
Nicola Bottiglieri, Università degli Studi di Cassino (introduzione),
Stefano Tedeschi, Università degli Studi "La Sapienza" di Roma ("Roberto Bolaño e l'Italia"),
Carmen De Mora, Università di Siviglia ("Roberto Bolaño: Los detectives salvajes").


31 maggio ore 16.30
Istituto Italo-Latino Americano
via G. Paisiello, 24
Roma
tel. 06 68492225 / 246

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domenica 29 maggio 2011

The revolution will not be televised

Andrea Raos -

Definition of a Poet



You will not be able to stay home, brother.
You will not be able to plug in, turn on and cop out.
You will not be able to lose yourself on skag
and Skip out for beer during commercials,
Because the revolution will not be televised.

The revolution will not be televised.
The revolution will not be brought to you by Xerox
In 4 parts without commercial interruptions.
The revolution will not show you pictures of Nixon
blowing a bugle and leading a charge by John
Mitchell, General Abrams and Spiro Agnew to eat
hog maws confiscated from a Harlem sanctuary.

The revolution will not be televised.
The revolution will not be brought to you by the
Schaefer Award Theatre and will not star Natalie
Woods and Steve McQueen or Bullwinkle and Julia.
The revolution will not give your mouth sex appeal.
The revolution will not get rid of the nubs.
The revolution will not make you look five pounds
thinner, because the revolution will not be televised, Brother.

There will be no pictures of you and Willie May
pushing that shopping cart down the block on the dead run,
or trying to slide that color television into a stolen ambulance.
NBC will not be able predict the winner at 8:32
or report from 29 districts.
The revolution will not be televised.

There will be no pictures of pigs shooting down
brothers in the instant replay.
There will be no pictures of pigs shooting down
brothers in the instant replay.
There will be no pictures of Whitney Young being
run out of Harlem on a rail with a brand new process.
There will be no slow motion or still life of Roy
Wilkens strolling through Watts in a Red, Black and
Green liberation jumpsuit that he had been saving
For just the proper occasion.

Green Acres, The Beverly Hillbillies, and Hooterville
Junction will no longer be so damned relevant, and
women will not care if Dick finally gets down with
Jane on Search for Tomorrow because Black people
will be in the street looking for a brighter day.
The revolution will not be televised.

There will be no highlights on the eleven o’clock
news and no pictures of hairy armed women
liberationists and Jackie Onassis blowing her nose.
The theme song will not be written by Jim Webb,
Francis Scott Key, nor sung by Glen Campbell, Tom
Jones, Johnny Cash, Englebert Humperdink, or the Rare Earth.
The revolution will not be televised.

The revolution will not be right back
after a message about a white tornado, white lightning, or white people.
You will not have to worry about a dove in your
bedroom, the tiger in your tank, or the giant in your toilet bowl.
The revolution will not go better with Coke.
The revolution will not fight the germs that may cause bad breath.
The revolution will put you in the driver’s seat.

The revolution will not be televised, will not be televised,
will not be televised, will not be televised.
The revolution will be no re-run brothers;
The revolution will be live.





















Originals: The Revolution Will Not Be Televised A Film about Gil Scott-Heron è anche un breve film documentario diretto da Don Letts e prodotto dalla BBC per la serie Originals. si diceva 2003: questo il tempo e l’istante fotografato dal regista, questo il momento in cui il nostro protagonista e una serie di vecchi e nuovi compari raccontano chi e cosa è stato (ed è) e sarà questa imprescindibile figura della controcultura afroamericana del secolo scorso.


Andrea raos - nazione indiana   ---- - - -
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domenica 15 maggio 2011

SUR - di minimum fax

SUR-

il sito: http://www.edizionisur.it/

il blog: http://blog.edizionisur.it/

SUR abbonamento sostenitore

Parte la campagna abbonamenti SUR!
Fino a quando non sarà possibile acquistare i libri SUR singolarmente, proporremo un conveniente abbonamento ai primi 10 titoli della nuova casa editrice SUR che saranno pubblicati fra ottobre 2011 e settembre 2012: conveniente per voi lettori (sconto sul prezzo di copertina; nessun costo di spedizione; copie inviate direttamente a casa) e graditissimo alla casa editrice, che essendo indipendente e autofinanziata si avvantaggerà del vostro generoso supporto.

per 120 euro si possono prenotare i primi 10 titoli

Ecco a voi la lista dei primi dieci titoli di SUR, che usciranno a partire da ottobre 2011:

2011
• Ernesto Sábato, Prima della fine
• César Aira, I fantasmi
• Fogwill, Scene da una battaglia sotterranea

2012
 • Andrés Caicedo, Viva la musica
 • Juan Carlos Onetti, Gli addii
 • Roberto Bolaño, L'ultima conversazione
 • Ricardo Piglia, Respirazione artificiale
 • Ernesto Sábato, L'angelo dell'abisso
 • Guillermo Cabrera Infante, La ninfa incostante
 • Alan Pauls, Storia dei capelli

Prezzo
200 €


Minimum Fax   ---- - - -

domenica 1 maggio 2011

Sopra eroi e tombe di Ernesto Sabato

Radio tre -

1 febbraio 2010
Ernesto Sábato, Sopra eroi e tombe, Einaudi
conversazione con  Ernesto Franco

Sopra eroi e tombe - radio 3






immagine evento
Per la prima volta tradotto integralmente, Sopra eroi e tombe è una storia d'amore, mistero e follia che passa attraverso le vicende dei singoli personaggi (alcuni, come Alejandra, indimenticabili), quelle di una famiglia «maledetta», quelle di alcune fasi della storia argentina.
È soprattutto un romanzo che racconta l'inestricabile compresenza nella vita di luce e buio, di sentimenti radiosi e perversioni, di lunghe angosce e attimi di felicità.
Un libro che mescola tutti i generi romanzeschi, dal gotico al sentimentale, dal filosofico alla satira sociale, ma che alla fine può essere classificato solo, come ha scritto Gombrowicz, «nel genere sospetto di quei romanzi che si leggono d'un fiato e quando li abbiamo finiti ci si accorge che sono le quattro del mattino».
Alejandra è una ragazza affascinante ma enigmatica e scostante. Epilettica, sonnambula, sembra possedere attitudini paranormali, oppure è solo agitata da forze più grandi di lei, che non riesce, o non vuole, dominare.
E nasconde un inconfessabile mistero.
Martín, invece, è un innamorato possessivo e un po' noioso. Per lui stare con Alejandra è un'esperienza sconvolgente in tutti i sensi, che lo può portare dall'estasi all'angoscia in pochi minuti. Bruno è un intellettuale dal carattere contemplativo, tendente alla malinconia e al rimpianto, alla ricerca di un'impossibile saggezza. Fernando è un paranoico ossessionato dall'idea che tutti i ciechi facciano parte di una setta demoniaca destinata alla conquista del mondo. Percorre il suo viaggio nei territori del male e della perversione con la più raffinata e paradossale lucidità.
Ma tutta la sua famiglia, gli Olmos, depositari di antichi valori, sono toccati dalla tara della follia e del decadimento. In attesa di una tragica e spettacolare purificazione


radio tre   ---- - - -


Per Ernesto Sabato (1911-2011)

  Massimo Rizzante -

30 aprile 2011

Per Ernesto Sabato (1911-2011)

di Massimo Rizzante
Oggi 30 aprile è’ morto Ernesto Sabato, l’autore della trilogia romanzesca composta da Il tunnel (1948), Sopra eroi e tombe (1961) e L’angelo dell’abisso (Abaddón el exterminador, 1974) e di saggi come Lo scrittore e i suoi fantasmi, Prima della fine, Resistenza. In realtà gli editori italiani avrebbero dovuto fare di più e meglio per il maestro argentino. Ma mai come in questo caso sono rimasti sordi ai miei richiami. Non che la mia voce abbia per loro un qualche peso, ma questi mirabili capi d’azienda, la cui presunzione spesso supera quella dei loro editor, la quale a sua volta supera quella dei loro scrittori, dovrebbero qualche volta alzare il naso al di là dei nostri confini e del nostro presente.
In forma di omaggio riprendo qui una piccola parte del saggio dedicato a E.S. presente nel mio Non siamo gli ultimi.
Leggendo Sabato mi sono detto: scrive come se dovesse essere letto fra diecimila anni! Un’altra idea, subito dopo, mi è balenata nella mente: Sabato è uno degli ultimi umanisti, un umanista in lotta contro la crisi dell’uomo concreto e universale.
Nel saggio intitolato El desconocido de Vinci c’è questo passaggio:
Ciò che è specifico dell’essere umano non è lo spirito ma quella lacerata regione intermedia chiamata anima, regione in cui accade tutto ciò che di grave e di importante appartiene all’esistenza: l’amore e l’odio, il mito e la finzione, la speranza e il sogno; nulla di tutto questo è puro spirito, quanto piuttosto un violento miscuglio di idee e sangue. Ansiosamente duale, l’anima soffre tra la carne e lo spirito, dominata dalle passioni del corpo mortale, ma aspirando all’eternità dello spirito. L’arte (cioè la poesia) sorge da questo confuso territorio e a causa della sua stessa confusione: Dio non ha bisogno dell’arte.
Quest’ultima frase è giustamente famosa perché è il vero emblema di tutta l’opera di Sabato, dei romanzi e dei saggi, della sua parte notturna come di quella diurna, un emblema che è un lungo elogio all’imperfezione dell’uomo. Sia che scriva su Leonardo da Vinci, Borges, i problemi dell’educazione dei nostri tempi o che inventi personaggi come Castel, Alejandra, Martín, Sabato non perde mai di vista quell’essere «ansiosamente duale» che egli, come qualsiasi altro uomo, é. Sabato sa bene che la vera patria dell’uomo è quella «regione chiamata anima», in cui si mescolano senza soluzione di continuità «le idee» e «il sangue». Ma egli sa anche che l’uomo ha abbandonato progressivamente questa regione intermedia e che grazie alla sua ansia di perfezionamento ha razionalizzato a tal punto il mondo da renderlo disumano.
Tuttavia il pensiero di Ernesto Sabato non è né tragico né nichilistico. Proprio in virtù del nostro status ontologico di esseri finiti, di esseri carnali e spirituali, possiamo costruire ponti sopra gli abissi delle nostre coscienze, partecipando così agli eventi del passato e del presente. Possiamo sempre aprire una finestra sulla nostra solitudine, sugli altri, su quelli che ci hanno preceduto nel tempo come su quelli che non appartengono alla nostra geografia. Per il fatto che è nutrita da una riflessione ontologica sull’uomo, l’opera di Sabato è refrattaria a ogni «astratta complessità», a ogni bizantinismo.
Sabato demistifica il gigantesco paradosso secondo il quale un movimento chiamato Umanesimo ha prodotto, alla fine, una totale disumanizzazione delle forme e, al contempo, cerca di preservare a qualsiasi costo l’insondabile capacità onirica dell’uomo, la sua cecità produttiva. Egli demistifica il mondo della tecnica e cerca di proteggere e difendere l’individuo, essere concreto e confuso, sospeso tra l’ansia di perfezione e i suoi istinti.
Per questo Sabato è uno degli ultimi umanisti: perché demistifica la realtà senza demitificarla.
Demistificare senza demitificare la realtà significa restare fedele all’imperfezione ontologica della condizione umana.
Ma come può l’uomo oggi raggiungere attraverso la sua parte intelligibile e le sue passioni, in un modo insieme intelligibile e appassionato, la propria imperfezione? La risposta dell’autore è di quelle senza appello: attraverso l’arte, e in particolare l’arte del romanzo.
Tradire è volgere lo sguardo verso un punto ignoto, che ci attira proprio perché ignoto. Così Sabato, dopo aver attraversato con devozione assoluta la cittadella delle scienze matematiche e fisiche, ha abbandonato le sue aspirazioni alla purezza, alla chiarezza e all’ordine geometrico, approdando su un altro territorio, incerto e pericoloso: quello dove le congetture non precedono mai le azioni e in cui le azioni, molto spesso, non sono frutto di congetture: il territorio del romanzo.
Per Sabato, questa regione intermedia in cui si mescolano senza soluzione di continuità «le idee» e «il sangue», questa «regione chiamata anima», ontologicamente ambigua, impura e propria dell’individuo finito, concreto e confuso, coincide con il territorio esplorato dal romanzo. Coincide, non confina. Per questo Sabato può dire che «il romanzo è la patria dell’uomo». Il romanzo, infatti, è il luogo in cui l’uomo, in esilio sulla Terra e lontano dagli dei, diventa amico dell’uomo, e impara a essere fedele alla sua imperfetta condizione.

Nazione indiana   ---- - - -
© Massimo Rizzante -