domenica 25 dicembre 2011

I dispiaceri del vero poliziotto - in uscita nel 2012

i dispiaceri del vero poliziotto -


 - Roberto Bolaño 

 •  Sul sito di Adelphi  annunciata per il 2012 l'uscita de I diaspiaceri del vero poliziotto 



Traduzione di Ilide Carmignani
2012, pp. 224 , in uscita nel 2012

titolo originale: Los sinsabores del verdadero policia, Ed. Anagrama, gennaio 2011 













Stralcio del risvolto di copertina:
Il sogno di ogni vero lettore, allorché, terminato un romanzo, sente nascere in sé una nostalgia acuta per i personaggi che ha appena abbandonato, è che prima o poi gli dicano: ecco un libro in cui ne ritroverai alcuni, di quei personaggi, e ti verranno narrate altre vicende che li riguardano. E anche se poi lo avvertiranno che non avrà un compito facile, perché lo scrittore confonde continuamente le piste e perché molti indizi lui, il lettore, dovrà andarseli a cercare da solo – ebbene, non esiterà ad accettare il rischio, e da vero lettore si tramuterà in vero poliziotto: colui che (come dice lo stesso autore) «cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo».
Inoltrandosi dunque nella trama fittissima e imprevedibile di queste pagine, rincontrerà alcuni dei personaggi di 2666: del professor Amalfitano scoprirà che è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e conoscerà il nuovo amante, un irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers (mentre del suo ex amante, un poeta malato di Aids, leggerà le impagabili lettere); ma ritroverà anche Rosa Amalfitano, di cui sembra innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate... Nel frattempo, si lascerà sedurre da digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori.
Con l’imperturbabile senso del ritmo e la dovizia visionaria delle sue storie, Bolaño saprà letteralmente ipnotizzare il suo lettore-poliziotto, il cui unico «dispiacere» sarà di vedere i personaggi, già da sempre in fuga, sottrarsi ancora una volta: come se, terminato il libro, «saltassero fuori dall’ultima pagina e continuassero a fuggire».
le recensioni sull'archivio Bolaño :

 • intro  • R.Miranda  • P. Espinosa  • I. Echevarria  • R. Careaga  • B. Montané




sabato 10 dicembre 2011

Il Terzo Reich di Roberto Bolaño

Roberto Mengoni -

 Il Terzo Reich di Roberto Bolaño

Roberto Bolaño (1953-2003) è più noto per opere come "I detective selvaggi", l'incompiuto "2666" e il romanzo breve "Stella distante". Non mi era mai capito di leggerne qualcosa pur avendo avvertito da qualche parte, in qualche modo, che si trattava di uno scrittore di lingua spagnola molto influente.
Il Terzo Reich è un romanzo uscito alcuni anni dopo la morte ma scritto nel 1989, prima quindi dei suoi lavori maggiori. Narra la strana vicenda di Udo Berger,  campione tedesco di giochi da tavolo di guerra, soprattutto del Terzo Reich, un autentico gioco da tavolo che ricostruisce l'intera seconda guerra mondiale in Europa (vedi qui). In vacanza in Spagna con la sua ragazza Ingeborg e il gioco, di cui vuole elaborare nuove strategie per un saggio da pubblicare su una rivista specializzata, Udo prende una stanza nell'albergo della sua infanzia, dove rincontra l'affascinante proprietaria, Frau Else. Nella cittadina incontra personaggi inquietanti come il nevrotico Charly e la sua ragazza Hanna, i due nullafacenti spagnoli Lupo e Agnello e un inquietante personaggio che affitta pattini e vive in spiaggia, con il corpo completamente rivestito di ustioni, il Bruciato
Dopo un inizio da classica storia balneare (mare, discoteche, windsurf) la vicenda inizia a virare su binari di torbida inquietudine. Charly scompare in mare, Frau Else si avvicina per motivi ignoti ad Udo e il ragazzo insegna al Bruciato a giocare al Terzo Reich, iniziando una lunghissima partita che non è un semplice scontro di menti.
Opera imperfetta e ritrovata dopo la morte, ottima per avvicinarsi ai romanzi più importanti dello scrittore cileno.


Il blog di Roberto Mengoni   ---- - - -

martedì 30 agosto 2011

Los sinsabores del verdadero policia, Roberto Bolano

Libon news Blog - catetest


Los sinsabores del verdadero policia, Roberto Bolano

Di catetest



Los sinsabores del verdadero policia è il terzo romanzo inedito pubblicato da Anagrama dopo la scomparsa prematura di Roberto Bolaño.

La vedova Carolina Lopez, in una nota del volume, spiega che il romanzo è stato ritrovato in parte nel computer dell’autore, in parte in cartelline piene di fogli degli anni ottanta: materiali sparsi che -sostiene Juan Antonio Masoliver Rodenas- fanno di questo un romanzo incompleto ma non incompiuto, perché l’importante, per l’autore, non è stato completarlo, ma svilupparlo.




sabato 13 agosto 2011

Roberto Bolaño, il gaucho insostenibile

Federico Modica -





Il gaucho insostenibile
Roberto Bolaño
Sellerio (€ 10,00)










La seconda "confidenza letteraria" che quest'anno voglio lasciarvi vorrei servisse, più che altro, per creare un'attenzione in particolare non tanto su di un'opera specifica, ma sul suo autore: Roberto Bolaño.

Ho la fortuna di essere cliente di una piccola libreria gestita da un'ottima lettrice. Una libreria che voglio definire all'antica, perché chi sta dietro al bancone dove si va a pagare il prezzo del libro che si è scelto - dopo aver guardato gli scaffali meditando, legicchiato (termine orribile, vero? Sono d'accordo) i risvolti di copertina di questo e di quel volume e sorbito l'odore inimitabile delle piccole librerie (e solo di quelle piccole) -, non è responsabile di un esercizio commerciale (al meno, non solo quello) ma una folle appassionata dell'incanto procurato dalla magia dei ventun segni (un modo per chiamare la scrittura narrativa, formulato da un mio amico scrittore). Ecco, in questa maniera e in questa circostanza, poeticamente semplice, o semplicemente poetica, mi è arrivata la conoscenza di Bolaño.
"Legga 2666" mi disse la mia libraia (credetemi, sono felice di poter dire la mia libraia, così come si può dire il mio panettiere o il mio carnezziere) ma, vista la mole del volume e il prezzo non esattamente tascabile, ho preferito prima conoscerlo con qualcosa di più... abbordabile. Senza ulteriori ragionamenti ho dunque deciso di avvicinare Bolaño con una piccola (e faccio per dire) raccolta di racconti edita da Sellerio ed intitolata Il gaucho insostenibile.
Dio (a patto che ne esista uno) benedica la mia libraia!

Roberto Bolaño – Stella distante – Sellerio – 8€

Andrea - 

 



Stella distante 
Roberto Bolaño 
Sellerio





Tutto quanto finora raccontato forse accadde così. Forse no. E’ possibile che i generali delle Forze Aeree Cilene non avessero portato le loro mogli. E’ possibile che nell’aeroporto Capitan Lindstrom non sia mai stato messo in scena uno spettacolo di poesia aerea. Forse Wieder scrisse la sua poesia sul cielo di Santiago senza chiedere il permesso a nessuno, senza avvisare nessuno, sebbene questo sia più improbabile. Forse quel giorno non piovve neppure su Santiago, sebbene ci siano testimoni (oziosi che guardavano in alto seduti sulla panchina di un parco, solitari affacciati a una finestra) che ricordano ancora le parole nel cielo e posteriormente la pioggia purificatrice. Ma forse tutto accadde altrimenti. Le allucinazioni, nel 1974, non erano infrequenti.
La mostra fotografica nell’appartamento, tuttavia, ebbe luogo così come viene raccontato qui di seguito.


sabato 6 agosto 2011

Stefano Zangrando  -   




recensione de

L'ultimo lettore 
di Ricardo Piglia




Se si esclude il caso di Roberto Bolaño, introdotto in Italia da Sellerio fin da quel “falso” d’esordio, solo in parte borgesiano, che è La letteratura nazista in America (1996), non si può certo dire che negli ultimi decenni l’editoria italiana si sia mostrata sensibile ai migliori esiti della narrativa latinoamericana posteriore al «Boom» degli anni Sessanta, incarnato da autori come Cortazar e Marquez. Sergio Pitol, ad esempio, che esordì in quello stesso periodo e la cui carriera poetica è culminata nel 2005 con il premio Cervantes, è presente a tutt’oggi con due soli libri tradotti, una parte minima della sua produzione. Un destino simile è toccato a Ricardo Piglia, nato a Buenos Aires nel 1941, forse il maggior scrittore argentino della sua generazione, i cui romanzi Respirazione artificiale (1980) e Soldi bruciati (1997), apparsi rispettivamente all’inizio e alla fine dello scorso decennio, sono ormai reperibili soltanto in biblioteca. 

Da questo punto di vista è forse prematuro sperare in un cambio di rotta per la recente uscita, nella collana «I narratori» di Feltrinelli, di un ibrido formale tanto esigente quanto avvincente come L’ultimo lettore (trad. di Alessandro Gianetti), pubblicato da Piglia nel 2005. Nondimeno il pubblico italiano dispone ora, oltre che di una «storia immaginaria dei lettori» quale si annuncia nel primo capitolo, di una chiave d’accesso all’opera ulteriore, romanzesca e non, dello stesso autore. Parente non lontano di quell’ironico e proteiforme atto di fede nella letteratura che è Il mal di Montano del catalano Enrique Vila-Matas (uscito anch’esso da Feltrinelli), L’ultimo lettore è forse, con le parole di Piglia stesso, «il più personale e il più intimo» tra i suoi libri. La sua forma è una calibrata commistione di acume critico e perizia narrativa, di saggio e racconto, e il suo oggetto unico e vario è la figura “eroica” del lettore, «costruttore di senso», «ultimo» perché «sempre inattuale» ed «estremo», come Don Chisciotte che forgia la realtà sulla propria illusione cavalleresca solo dopo aver letto tutto, o come Amleto che, entrando in scena con un libro in mano, segna il passaggio dal mondo arcaico e feudale a quello della ragione e della coscienza moderna. Muovendo da episodi biografici o scene minori e trattando alla stregua di personaggi tanto i suoi autori prediletti quanto le loro creazioni, da Borges a Kafka, da Anna Karenina a Molly Bloom, Piglia dà un nome e un’individualità a questa figura altrimenti anonima, di cui già il Benjamin de Il narratore riconobbe la solitudine, l’isolamento silenzioso dalla comunità. E se una simile chiave permette da un lato di gettare una luce inedita sulla vicenda poetica e sentimentale di Kafka o di svelare il procedimento costruttivo che soggiace all’Ulysses joyciano, dall’altro essa trova il suo culmine euristico nell’anatomia del genere poliziesco attraverso Dupin e Marlowe e nella “preistoria” di Ernesto Guevara, dove la costruzione del mito del Che è decostruita e riletta come nascita di una nuova soggettività politica dalle ceneri di un’ambizione letteraria.


© Stefano Zangrando


Stefano Gallerani - 

recensione di             Bersaglio notturno   di 

                                  Ricardo Piglia


Come un filo rosso, la pratica del romanzo investigativo o poliziesco – il ricorso estremo ai suoi schemi, l’elusione dei suoi esiti impliciti e il superamento delle sue circoscrizioni – attraversa la storia letteraria del Novecento a tal segno da farne non solo uno dei suoi generi canonici, ma un’epitome della modernità: declinandolo rigorosamente o deformandone irrimediabilmente i paradigmi indiziario e congetturale, è tanto e tale il numero degli scrittori “maggiori” che vi si sono cimentati o dei “minori” che grazie ad esso si sono elevati – nell’immediatezza o in retrospettiva – che un elenco sarebbe superfluo e di necessità carente.

Ciò che si manifesta e si fa viepiù evidente, specie ad uno sguardo d’insieme, nel capitolo di quella stessa storia che si svolge in Sudamerica ed ha come epicentro locale l’Argentina. A stabilire prospettive e tracciare diagrammi di lettura non può essere, ancora una volta, che il genio bibliomane di Borges: ogni sua pagina, ogni racconto e tutti i romanzi mancati che ha scritto sono altrettanti misteri da svelare che contengono in sé sia la soluzione che la sua confutazione; tra le attività collaterali ma non secondarie, poi, la direzione, insieme a Bioy Casares, della collana di gialli “El Séptimo Círculo” esplora l’arcipelago inedito e imprevisto di un lettore onnivoro. Come onnivori – e perciò solo borgesiani (ma non epigoni) – sono due tra i più interessanti scrittori argentini in attività, ovvero Alberto Manguel e Ricardo Piglia, entrambi cimentatisi con il genere.

sabato 30 luglio 2011

Roberto Bolaño - Il Terzo Reich

 Alfredo Ronci     

Roberto Bolaño -  Il Terzo Reich

Adelphi, Pag. 325 Euro 20,00

Hai voglia a dire. Si fanno tante chiacchiere sulla letteratura e sul suo stato di salute. Si fanno tanti discorsi sulla possibilità di trovare vie d’uscita alla situazione stagnante e corriva della narrativa contemporanea e sull’eventualità, quasi miracolistica, di fare i conti con scrittori capaci ed innovativi e poi di punto in bianco ti capita un libro nel senso più classico del termine (anche con le sue differenziazioni), con una storia semplice e coinvolgente, ed ecco che i pruriti ‘intellettualistici' si placano e trovi la pace dei sensi.

Va precisato: stiamo per parlare di un autore straordinario, per certi versi ‘rivoluzionario’, ma è pur vero che non è difficile, nell’eccellenza, spesso trovar buggerature, intese anche nell’accezione più classica… e che fa tanto male.

A otto anni dalla morte del grande scrittore messicano/cileno, Adelphi ripropone un romanzo che appartiene alla prima fase: quella, forse, di una costruzione identitaria che sarebbe poi esplosa in un’opera letteraria con pochi eguali nella letteratura mondiale contemporanea.

Di sicuro Il Terzo Reich mostra una propensione all’indagine psicologica e alla difficoltà interpretativa della realtà già sicura e robusta, ma quel che colpisce di Bolaño è la sua capacità di affascinare il lettore con una rappresentazione dei luoghi magistrale, quasi fotografica.

La storia è semplice (anche se l’aggettivo in Bolaño può avere una risultanza ambigua): Udo Berger, appassionato di giochi di guerra (‘Il Terzo Reich’ è appunto uno svago bellico a cui il protagonista si dedica) si reca sulla Costa Brava in vacanza con la moglie. Qui i coniugi fanno amicizia con un’altra coppia in evidente crisi matrimoniale: dei due l’uomo, ormai affiatatosi con Berger, pochi giorni dopo, sparirà inghiottito dalle onde del mare.

Il corpo verrà restituito settimane più tardi e determinerà in Berger una sorta di confronto con la vita e con i rapporti umani: deciderà di rimanere in Spagna e di assistere alla partenza della consorte. E man mano che la stagione calda si smorza in un precoce grigiore autunnale, il protagonista fai conti col proprio passato (ha una forte attrazione per Frau Else, l’enigmatica proprietaria dell’albergo, già presente quando Berger vi andava in vacanza da ragazzino coi genitori), e con una figura minacciosa (il Bruciato, un gigante del posto che fa il bagnino e che ha il volto deturpato da una larga bruciatura) che gli impediscono il ritorno a casa.
Romanzo per certi versi isherwoodiano o forse ancor meglio, bowlesiano dove alla dinamica della enigmaticità si aggiunge un vago senso frustrante di desolazione e solitudine.

Il lettore non fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti climatici e quindi ad una stagione estiva che simbolicamente si spegne verso una precoce fine. Ma nulla di certo vi è in una ‘costruzione’ nient’affatto paradigmatica.

Rispondendo ad un suo interlocutore sorpreso che tenga un diario Berger dice:  
Non sono un poeta, ho sorriso. Mi interesso alle cose quotidiane, compreso quelle sgradevoli, per esempio mi piacerebbe annotare sul mio diario qualcosa di relativo allo stupro.
Un approccio che forse non è proprio un ‘modello’.


Alfredo Ronci

Il paradiso degli orchi   ---- - - -
©  

  Archivio Bolaño

domenica 24 luglio 2011

Un filmador de letras: frente y perfil de David Lynch

da tradurre 

-

Rodrigo Fresán, quien acaba de publicar una novela sobre el mito de la infancia, Jardines de Kensington (Mondadori, 2003), es un admirador de la vertiginosa narrativa fílmica de David Lynch, uno de los iconos de la modernidad fílmica. En este texto explica las razones de esa fascinación.


Uno de los primeros filmes de David Lynch se titula The Alphabet y fue realizado en el año 1968 en 16 mm; tiene cuatro minutos de duración, en color y blanco y negro, y cuenta con actores y animación. Al principio de The Alphabet vemos a una muchacha que yace sobre una cama mientras parece contemplar cómo —en paisajes un tanto abstractos, creados por animación— van apareciendo todas esas letras que van de la A a la Z mientras un hombre, con la autoritaria dicción de un maestro de escuela o de un sacerdote desde el altar, las va recitando de una en una. El hombre las pronuncia como si se tratara de una especie de trascendente cuenta regresiva. En los paisajes animados aparece otra muchacha —la contraparte de la muchacha en la cama, se supone—, quien es atacada por las letras, que se le van metiendo en la cabeza. La otra muchacha —que es la misma muchacha— comienza a sangrar por la boca y por los ojos. La muchacha en la cama se levanta y comienza a estremecerse con violencia mientras intenta atrapar a algunas de las letras sin poder conseguirlo. Finalmente, se da por vencida y vuelve a caer sobre las sábanas, estremeciéndose y desangrándose. Entonces oímos un coro de voces femeninas recitando el abecedario. Los créditos nos informan que se trata de la "Canción del abecedario", escrita por Lynch y cantada por Peggy Lynch, entonces esposa del entonces futuro director de largometrajes raros y, al mismo tiempo, perfectamente próximos a nuestras vidas. Porque los filmes de David Lynch siempre nos obligan a preguntarnos de qué tratan, qué es lo que ocurre, por qué los personajes hacen cosas tan inesperadas, cómo terminarán y lo más extraño de todo: ¿cómo fue que empezaron? En resumen: lo mismo que nos preguntamos una y otra vez a lo largo de nuestras tan extrañamente escritas y dirigidas y compaginadas existencias.

sabato 16 luglio 2011

TORMENTA SIN RUIDO (sobre Una novelita lumpen)

Patricia espinosa-

da tradurre

TORMENTA SIN RUIDO (sobre Una novelita lumpen)

PATRICIA ESPINOSA


En noviembre del 2002, solo unos meses antes de la muerte de Roberto Bolaño, aparece Una novelita lumpen dentro de la colección año 0 de Mondadori. Un proyecto coordinado por el escritor barcelonés Gabi Martínez, en el cual siete autores de habla hispana viajarían a siete de las ciudades más importantes del mundo para narrar acerca de ellas en el marco del nuevo milenio.

Una novelita lumpen es la historia de Bianca y su hermano, adolescentes que sufren la muerte de sus padres en un accidente automovilístico. Bianca ingresa a trabajar a una peluquería y el hermano a un gimnasio; lugar donde conoce al boloñés y al libio, quienes les proponen robar la casa del ciego Maciste. El señuelo será Bianca a quién le ofrecen como prostituta. La narración en su totalidad es controlada por la voz de la extraña muchacha que rememora el pasado desde el presente de mujer casada. Bianca es un personaje tan entrañable como Auxilio Lacouture de Amuleto; ambas son una muestra perfecta de la marginalidad bolañeana, conformada por seres extremadamente solitarios, enigmáticos, con una gran vida interior e intensidad para sobrevivir.

EL VÉRTIGO INFINITO di Patricia Espinosa

  PATRICIA ESPINOSA

da tradurre

EL VÉRTIGO INFINITO

PATRICIA ESPINOSA



Los sinsabores del verdadero policía es la más reciente obra póstuma de Roberto Bolaño, quien comenzó a escribir esta novela en la década de los ochenta. En la nota editorial realizada por Carolina López, que va al final del volumen, se informa que el libro se ha publicado tal como se encontró y que sus partes están desigualmente terminadas. Esto ha dado pie, y seguirá dando, para plantear que estaríamos ante una obra “inacabada”, concepto inaceptable desde un punto de vista teórico, ya que una obra va más allá del término que le da su autor: es el lector el que termina la obra y no el autor, es el lector quien pone a funcionar el texto, lo abre y lo interpreta en un proceso que no tiene fin. Entonces, toda narración queda inacabada, razonamiento que toma mayor fuerza en autores que, como Bolaño, driblean los cierres y completitudes.
La novela se enfoca principalmente en Amalfitano, profesor de literatura chileno, ex preso político, que descubre a los 50 años su homosexualidad, por lo que es expulsado de la universidad donde trabaja en Barcelona. Abandonando a Padilla, su amante, Amalfitano se marcha con Rosa, su hija adolescente, a México, donde encuentra nuevo trabajo y nuevo amante, Castillo, un falsificador de pinturas. Amalfitano se mantiene vinculado mediante cartas con el poeta Padilla, quien le relata la escritura de su novela y su relación con una yonquie obsesionada con Leopoldo María Panero. El relato sobre Amalfitano es intervenido con múltiples historias, que a su vez van expulsando aleatoriamente otras historias, provocando continuas desviaciones del supuesto centro narrativo.

Il Futuro, film tratto da Un romanzetto canaglia di Roberto Bolaño,

sono iniziate le lavorazioni del film ispirato dal romanzo di Roberto Bolaño,-


Nel novembre del 2002, appare l'ultimo romanzo pubblicato in vita di Roberto Bolaño (cui sarebbe seguito il gaucho insostenibile nel 2003), Una novelita Una novelita lumpen ( pubblicato in Italia da sellerio nel 2005 con il titolo Un romanzetto canaglia   trad. di Angelo Morino).

Il libro viene pubblicato nella collezione año di Mondadori. Un progetto coordinato dallo scrittore Gabi Martínez, che èrevedeva che sette scrittori di lingua ispana viaggiassero in sette città tra le più importanti al mondo che sarebbero dovute essere il soggetto di una narrazione nel contesto del nuovo millennio.

La storia di Un romanzetto canaglia è ambientata a Roma, quattro sono i protagonisti  ed  "è raccontata dall'unica ragazza del gruppo che si prostituisce al cieco Maciste: ex attore, ex campione di culturismo. Gli altri tre - di cui uno è suo fratello - vivono con i suoi soldi in attesa dell'audace colpo che all'improvviso gli cambierà per sempre la vita, e finalmente potranno sguazzare nel lusso, vivere alla grande e divertirsi" ( leggi l'articolo di A. Brandolini ]

Veniamo ora informati che il 14 luglio 

Sono iniziate   Colonia le riprese de Il futuro coproduzione  a quattro tra l’italiana Movimento Film di Mario Mazzarotto, la cilena Jirafa di Bruno Bettati, la società tedesca Pandora Film rappresentata da Christoph Friedel e la spagnola Astronauta di Luis Angel Ramírez. La regia è affidata alla pluripremiata autrice cilena Alicia Scherson, che ha diretto in passato il fortunato Play vincitore del Tribeca Film Festival (2005). Nicolas Vaporidis, l’attrice cilena Manuela Martelli e il giovane Luigi Ciardo (L’estate di Martino) al suo debutto internazionale, compongono il cast. Sono in fase di chiusura le trattative con una grande star internazionale che interpreterà Maciste, uno dei protagonisti del film.
Le riprese continueranno a Roma all’inizio di agosto.

  ---- - - -
©


 

lunedì 11 luglio 2011

Se dovessi rapinare la banca più sorvegliata

 

Roberto Bolaño: sui poeti


Se dovessi rapinare la banca più sorvegliata d’Europa e potessi scegliere liberamente i miei compagni di malefatte, sceglierei senza dubbio un gruppo di cinque poeti. Cinque poeti veri, apollinei o dionisiaci, non importa, ma veri, vale a dire con un destino da poeti e una vita da poeti. Nessuno al mondo è più coraggioso di loro. Nessuno al mondo sa affrontare il disastro con più dignità e lucidità. Sono dei deboli, all’apparenza, lettori di Guido Cavalcanti e Arnaut Daniel, lettori del disertore Archiloco che attraversò un campo d’ossa, e lavorano nel vuoto della parola, come astronauti perduti su pianeti senza via di scampo, in un deserto dove non ci sono lettori né editori, solo costruzioni verbali o canzoni idiote cantate non da uomini ma da fantasmi. Nella categoria degli scrittori, sono il gioiello più grande e meno ricercato. Quando un ragazzo di sedici o diciassette anni dà di matto e decide di fare il poeta, è il disastro familiare assicurato. Ebreo omosessuale, mezzo negro, mezzo bolscevico, la Siberia del suo esilio ricopre d’obbrobrio anche la sua famiglia: i lettori di Baudelaire non hanno vita facile alle scuole superiori, né con i compagni di classe tantomeno con gli insegnanti. La loro fragilità, però, è ingannevole. E anche il loro umore e le manifestazioni capricciose del loro amore. Dietro queste ombre vaghe si celano forse i tipi più duri del mondo e di sicuro i più coraggiosi. […] Se dovessi rapinare la banca più sorvegliata d’America, nella mia banda vorrei solo poeti. La rapina si concluderebbe in modo disastroso, probabilmente, ma sarebbe bellissima.


Roberto Bolaño, Tra parentesi (Adelphi, 2009)

In "Blow Up" n. 155, Aprile 2011
© 

giovedì 7 luglio 2011

Nulla di più bello e conturbante di un’idea fissa, il poliziesco.

Intervista a  ricardo Piglia         

di Ana Ciurans
pubblicato du Blow up.

Ricardo Emilio Piglia è nato ad Adrogué, provincia di Buenos Aires, Argentina, nel 1940. Nel 1955 la famiglia si trasferisce a Mar del Plata e oggi vive a Princeton, dove insegna all’università. Scrittore, critico e saggista, malgrado i tanti riconoscimenti ricevuti (tra cui il premio Planeta per Soldi bruciati, nel ’97), Piglia è pressoché sconosciuto in Italia. Con lui abbiamo parlato della sua idea fissa, il poliziesco. E abbiamo tentato di far venire alla luce i retroscena del brodo di coltura di scrittori come Roberto Bolaño. La pubblicazione di un suo racconto, La pazza e il racconto del crimine, nell’antologia di racconti e saggi del Río de la Plata, Inchiostro sangue ci ha dato lo spunto per intervistare questo maestro del noir di cui uscirà tra poco Blanco nocturno per Feltrinelli.

Nel 1975 il racconto La pazza e il racconto del crimine, contenuto nell’antologia recentemente pubblicata in Italia (Inchiostro sangue, ndr), vince il premio letterario della rivista Siete días. Borges è uno dei membri della giuria. L’Argentina sta precipitando nella repressione. Il racconto narra la storia di un giornalista che, grazie alle sue particolari conoscenze linguistiche, riesce inutilmente a risolvere un crimine perché “interessi superiori” gli proibiscono di rivelare l’identità del colpevole. La letteratura come veicolo di denuncia, soccombe. Nonostante, il racconto, metafora di questa situazione, vince il premio. Crede che in quel momento la giuria non fosse cosciente di ciò che stava per accadere in Argentina o che la buona letteratura riesce a scavalcare persino gli interessi politici?
I rapporti tra letteratura e realtà politica non sono mai diretti. Il racconto – tra altre cose – sembra criticare la logica dei meccanismi giornalistici che impediscono, in questo caso, la denuncia di un crimine. Come conseguenza di questo rifiuto, Renzi (il giornalista protagonista del racconto, ndr) decide di scrivere il racconto come una sorta di alternativa fiction all’immediatezza della stampa. Se dovessi definire la funzione della letteratura – ma non intendo farlo – direi che narra ciò che i mass media non possono affermare o capire.

Los detectives salvajes

citazioni-


22 novembre
Mi svegliai a casa di Catalina O'Hara. Mentre facevo colazione molto presto (María non c'era, il resto della casa dormiva), con Catalina e suo figlio Davy, che doveva andare all'asilo, mi ricordai che la notte prima, quando ormai eravamo rimasti in pochi, Ernesto San Epifanio aveva detto che esisteva una letteratura eterosessuale, una letteratura omosessuale e una letteratura bisessuale. I romanzi, in genere, erano eterosessuali, la poesia, invece, era assolutamente omosessuale, i racconti, deduco, erano bisessuali, anche se questo non lo disse.

domenica 3 luglio 2011

boicottare la padania

  

-

sarebbe ora che i napoletani e i meridionali tutti cominciassero a boicottare le aziende e i prodotti padani se non si dissociano dai legjisti



sabato 2 luglio 2011

María Luisa Bombal -- testimonianza autobiografica

María Luisa Bombal         (Chile, en 1910 - 1980 )


María Luisa Bombal è autrice di tre romanzi brevi:  ¨La Amortajada" (1938), "La última niebla" (1935), "La historia de María Griselda", e quattro racconti brevi  ("El árbol", "Las islas nuevas", "Trenzas" e "Lo secreto"); è considerata la  precursora del  "realismo magico".
La sua vita è segnata dall'amore   tragico  per  Eulogio Sánchez Errázuriz.  Quando viene abbandonata dal suo amante decide di suicidarsi in casadi lui utilizzando una sua arma. Si provoca solamente una ferita nella spalla destra. 
nel 1935, si sposa con il suo amico Jorge larco:  
"Senza interesse amoroso, mi sposai con un omosessuale, artista, pittore, confidando in un illusorio cameratismo.....ma quando mi sposai, ero ancora innamorata di Eulogio".
La relazione dura molto poco. nel gennaio 1937 inizia lo scandaloso  processo di divorzio.
Nel 1941 ritorna in Cile; la notizia che l'ex amante si era sposato le provoca un forte squilibrio emozionale che la porta nel 1941 a tentare di assassinare Eulogio. viene incarcerata per alcuni mesi e poi rilasciata.

"Ammazzandolo, ammazzavo la mia cattiva sorte, ammazzavo il mio lato selvaggio"
   
María Luisa Bombal
Testimonio Autobiográfico

..... Nací el 8 de junio de 1910. El primer cónsul alemán en Santiago fue mi bisabuelo y su apellido era Precht. De modo que, por mi madre, venimos de los alemanes de Valparaíso que después, como tú sabes, se fueron a Viña    del Mar. Mis ancestros eran hugonotes franceses que emigraron a Alsacia y el tipo que mato a Chejov era pariente nuestro... Amado Alonso siempre me hacía bromas respecto a esto y yo le contestaba "¡Pero qué culpa tengo yo!"... Por el lado de mi padre, los Bombal llegaron a Chile huyendo de la dictadura de Rosas... Muchos años después me impactó la dictadura de Rosas, pero, en la niñez, las historias de su crueldad eran una leyenda para mí (canta) "Ibamos a aunarnos / nos traicionó / y en la victoria / se quedó".

....... Nací en el Paseo Monterrey, era precioso, ¡lindo!, todo cubierto de madreselvas, los señores se paseaban conversando y veíamos el mar y os barcos que pasaban... ¡Viña era una maravilla!... El otro día, hace como un año, fui y casi me desmayé de asco, todavía está la casa de mi niñez, pero todo pavimentado, con los autos allá arriba y una estación de servicio en la esquina donde vivían los Segnoret. En esa época, Viña era la ciudad jardín, ahora lellaman la ciudad jardín, pero están muy equivocados. Claro que yo no puedo decirlo porque me llaman antipatriota... ¡Ya lo han dicho bastante! Los niños íbamos todos los días a jugar a la playa, como paseo de familia... El Neno Dittborn, Eugenio, era precioso. Una vez lo robamos con mis hermanas y lo escondimos en nuestra casa porque hablaba tan lindo. Nosotros hacíamos castillos de arena y el Neno hablaba, los inauguraba, por eso lo adorábamos... él era más chico que nosotros, debe haber tenido unos cinco años cuando lo robamos, pero lo increíble es que ya adulto todavía se acordaba... ¡Fue una época feliz!

lunedì 27 giugno 2011

Los sinsabores del verdadero policía - Roberto Bolaño

  Stefano Cristi-

Los sinsabores del verdadero policía - Roberto Bolaño

È un libro non finito, quasi un romanzo. Pubblicato quest'anno de Anagrama, è il frutto di un progetto che Bolaño ha portato avanti per quindici anni, del quale l'unica cosa certa è il titolo (in italiano: i dispiaceri del vero poliziotto), scelto dall'autore fin dall'inizio. Molto del contenuto di queste pagine finirà in 2666, i personaggi quasi tutti, qualcuno tale e quale, altri profondamente cambiati: Arcimboldi, che in 2666 è un tedesco di 2 metri, qui è un nanerottolo. Per giunta francese.

Il poliziotto cui allude il titolo è il lettore "che cerca invano di mettere ordine in questo romanzo indemoniato"(Roberto Bolaño)

Non si tratta di un'operazione commerciale, o per lo meno non solo. Non si sta raschiando il fondo del barile sull'onda del successo commerciale. Sono pagine di altissimo livello, all'altezza della migliore produzione di Bolaño, sono curate e limpide.

Ogni riga lasciata de Bolaño è un regalo.

dal blog di Stefano cristi   ---- - - -
©