sabato 13 agosto 2011

Roberto Bolaño, il gaucho insostenibile

Federico Modica -





Il gaucho insostenibile
Roberto Bolaño
Sellerio (€ 10,00)










La seconda "confidenza letteraria" che quest'anno voglio lasciarvi vorrei servisse, più che altro, per creare un'attenzione in particolare non tanto su di un'opera specifica, ma sul suo autore: Roberto Bolaño.

Ho la fortuna di essere cliente di una piccola libreria gestita da un'ottima lettrice. Una libreria che voglio definire all'antica, perché chi sta dietro al bancone dove si va a pagare il prezzo del libro che si è scelto - dopo aver guardato gli scaffali meditando, legicchiato (termine orribile, vero? Sono d'accordo) i risvolti di copertina di questo e di quel volume e sorbito l'odore inimitabile delle piccole librerie (e solo di quelle piccole) -, non è responsabile di un esercizio commerciale (al meno, non solo quello) ma una folle appassionata dell'incanto procurato dalla magia dei ventun segni (un modo per chiamare la scrittura narrativa, formulato da un mio amico scrittore). Ecco, in questa maniera e in questa circostanza, poeticamente semplice, o semplicemente poetica, mi è arrivata la conoscenza di Bolaño.
"Legga 2666" mi disse la mia libraia (credetemi, sono felice di poter dire la mia libraia, così come si può dire il mio panettiere o il mio carnezziere) ma, vista la mole del volume e il prezzo non esattamente tascabile, ho preferito prima conoscerlo con qualcosa di più... abbordabile. Senza ulteriori ragionamenti ho dunque deciso di avvicinare Bolaño con una piccola (e faccio per dire) raccolta di racconti edita da Sellerio ed intitolata Il gaucho insostenibile.
Dio (a patto che ne esista uno) benedica la mia libraia!



Parlando di Roberto Bolaño servirebbe veramente la sapienza di uno che ha studiato e che di mestiere fa quello che legge libri e poi ne analizza la scrittura, perché l'impressione che ne ho avuto io, impressione ... diciamo, da lettore coatto, è stata quella di trovarmi davanti ad un Classico. Qualcosa di assolutamente inserito nel solco di quella che si usa chiamare Letteratura. Sì, quella con la L maiuscola.

Quello che mi viene veramente da confidarvi, per convincervi a leggere un libro qualsiasi di Bolaño, posso solamente riassumerlo con una formula dialogica che va fuori dal pur minimo giudizio "letterario", formule che arrivano alle orecchie con frasi del tipo: "Compà, devi assolutamente leggere Bolano. Assolutamente". O, ancora meglio (si fa per dire): "Cosa stai leggendo? Lascia stare! Molla tutto e leggi qualcosa di Bolaño!".
No, non mi vergogno d'aver detto quello che ho detto. Il presupposto di questa rubrica, l'ho scritto all'inizio con sincerità, non è dimostrare (o mostrare) quanto sono bravo a parlare di libri. Vi ripeto che non sono capace e non mi interessa. A me piace leggere, e se voi non lo fate sono solo, semplicemente e candidamente, cazzi vostri. L'intento è quello di confidare quanto mi sia piaciuto un testo che ho avuto la fortuna di leggere e magari condividerne il piacere. Ecco perché adesso vi parlo di questo scrittore cileno, esageratamente grande e sfortunato. Ed ecco perché vi invito a leggerne qualsiasi cosa sia stata pubblicata in Italia (ringrazio con trascendentale trasporto la "nostra" Sellerio) e perché, senza preoccupazione alcuna, vi parlo del libretto che ho letto.

Il gaucho insostenibile è l'ultima opera di Bolaño, una raccolta di cinque racconti e due conferenze nella quale lo spirito di questo scrittore, morto prematuramente e tragicamente (a cinquantanni, aspettando il fegato che gli avrebbero dovuto trapiantare), si coglie in tutta la sua mitica (nell'accezione migliore del termine) grandezza. Nei cinque racconti si comprende con esattezza quanto è stato magistralmente descritto con una definizione: "Bolaño è il malizioso erede di Jorge Luis Borges". Immaginatevi, dunque, una scrittura fatta di immaginifica precisione, una cura del dettaglio maniacalmente lapalissiano, una chiarezza tanto limpida da imparentare la Scrittura con la Matematica, con l'aggiunta di un'ironia di affascinante amarezza ed una volgarità tanto alta da poter soltanto essere chiamata primordiale istinto.

Semplicemente sbigottente il racconto che apre la raccolta. Jim: tre pagine fulminanti nelle quali si dipana veloce e senza alcun fronzolo uno scenario infuocato. Un'improvvisa ventata caldissima che ci investe in una fresca serata autunnale. Ma sono le due conferenze finali che Roberto Bolaño, malato in Spagna, aspettando un fegato buono che non riceverà mai, non riuscirà a tenere. Due conferenze-confessioni prive di qualsiasi remora e del benché minimo pudore; confessioni più da Hyde Park che da cattedrale, nelle quali un uomo nudo non ha alcuna paura di mostrare la sua cruda nudità, che alla fine è quella di tutti.

Mai ho letto così bene l'Astio e il Risentimento dell'Uomo – dell'Uomo, e non di un uomo -. Mai avevo letto una così sincera voglia di polemizzare ed esporre critiche così precise e dirette verso il bersaglio che manco un campione di tiro con l'arco ... mai.

Letteratura + malattia = malattia e I miti di Chtulhu mi hanno segnato come a diciassette anni riuscì a farlo La nausea di Sartre. Due scritti e una voce assolutamente indelebili. Una verità, oserei dire, pericolosa. Senza se, né ma. Un miracolo, nel senso più sacralmente laico del termine, se riuscite a capire quello che voglio intendere. Una verità, brutta, cruda e infarcita dalle faziose imparzialità umane che, comunque, è sempre bene conoscere. Una verità ri-saputa da tutti, ma per la quale si continua ad avere un assurdo pudore nel nominarla, come un tempo si faceva con la parola mestruazioni e ancora oggi si fa con la parola tumore, che viene chiamato per "delicatezza" (?) "male".

Ecco cosa è stato, anzi, ecco cos'è Roberto Bolaño: l'Uomo così com'è, e che scoprendosi in tutto e per tutto non ne ha voluto farne mistero. Perché, così come ha detto un filosofo del XX secolo, che più volte ricorre nei discorsi di Bolaño come il più grande filosofo del XX secolo (Ludwig Wittgenstein), si deve parlare soltanto di ciò di cui si ha concretamente la possibilità di parlare. Tutto il resto è inutile ... oppure è invenzione. Buona per chi fa letteratura. Buonissima per chi ha fatto la Letteratura. Roberto Bolaño è uno di questi ultimi.


Federico Modica   ---- - - -
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