sabato 1 giugno 2013

Bolaño È sempre bolaño

Tiziano Gianotti-

La Repubblica    maggio 2013

Bolaño È sempre bolaño
Bolaño è tra i rari scrittori di cui si può leggere tutto

Una novelita che è l’ultimo libro pubblicato in vita da Roberto Bolaño e che val la pena leggere o rileggere (per chi l’avesse già fatto nella traduzione pubblicata nel 2005 da Sellerio col titolo Un romanzetto canaglia). Val la pena, mentre sta per arrivare la sua versione filmica Futuro, per due motivi, e il primo perché Bolaño è tra i rari scrittori di cui si può leggere tutto.
Il materiale è quello della Roma immaginata da Fellini e Pasolini rivista nei toni freddi e grigi che sono dell’autore - un grigio che tiene insieme crudeltà e tenerezza, dolorosissimo. La protagonista e voce narrante, Bianca, è una ragazza orfana che vive con il fratello in situazione di ottusa indigenza, poi ci sono due straniti relitti della suburra romana, arrivati a casa al seguito del fratello e a cui Bianca si concede in alternanza, senza ben distinguerli. Infine c’è Maciste, ex-campione di culturismo finito cieco e relegato nella sua casa, figura che sembra staccata dall’affresco di 2666 per far coppia con Bianca in una immaginetta sacra e blasfema. Materiale risaputo, non fosse che la frase d’apertura con cui Bianca si presenta cambia tutto:
 «Oramai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente». 
Bianca è una donna bolaniana, una di quelle figure intangibili e indifferenti alla metafisica dell’eros che si pone come ultima e estrema incarnazione, e nel contempo negazione, dell’eroina del dramma urbano. E così siamo al secondo motivo di lettura: nella novelita si intende l’esito del lavoro di Bolaño, una classicità ancora spuria, ma chiara.

- Roberto Bolaño, Un romanzetto Lumpen, Adelphi, euro 14,00


La Repubblica    maggio 2013
©  



Nessun commento: