sabato 9 ottobre 2010

intervista a mario bellatin

intervista a Mario Bellatin

settembre 2007
"La letteratura di Mario Bellatin condiziona la lingua, la fa balbettare e la spinge al silenzio; scommette tutto sul nonsense, e questa diversità è sufficiente per rendere conto dell'universo, dei suoi terrori e glorie
Gabriel Ríos

Ciò che voglio conseguire è che si riconosca l'autore, lo stesso autore dietro tutti i libri, indipendentemente dal fatto che i tem isiano distinti, delle differenti situazioni, temi, e obiettivi di ogni libro. Che si senta che c'e' la stessa struttura che li sostiene.
Mario Bellatin

Consideri la tua narrativa minimalista ?
Mi fa molta paura etichettare la mia opera e ancor più me stesso. Perchè, in qualche modo, quando si compie questo esercizio si riducono le possibilità dell'opera sottomessa a ulla determinata idea che si impone. Credo che  non vogliano tanto etichettarla come minimalista, perchè il minimalismo è una corrente che ha caratteristiche sue proprie, quanto come scrittura che permette l'esistenza dei vuoti, del silenzio, della presenza del lettore come autore dei testi. E' una scrittura  come  una sorta di impalcatura dove pretendo che il lettore transiti, e chiunque vada scoprendo un mondo determinato, un mondo proprio  a seconda di chi sia il lettore, è un libro a misura di tutti i lettori


 Altra cosa che si distingue nella tua opera è la creazione di mondi speciali, universi propri e chiusi con regole proprie che, tuttavia, lasciano molte questioni aperte al lettore.
 Credo che sia anche un mondo abbastanza abituale e quotidiano. E' costruito in modo taleda invitare a entrare nel suo universo; perchè si potrebbe pensare, parlando di uno spazio particolare, a uno spazio estraniato dalla realtà, come fosse una cosa esotica, o uno spazio sperimentale, ma io credo di no, che sono testi che mantengono una coerenza abbastanza tradizionale e che qualsiasi lettore possa essere catturato da essi


In qualche modo resta questa stranezza…
Io credo che qui la stranezza  consiste nel fatto che il lettore sta aspettando una forma determinata in cui gli vengano raccontati gli accadimenti che appaiono nel libro, e quindi, si stabilisce uno schock nel momento in cui il contenuto viene costruito in una forma perfino più amabile per il lettore, che apparentemente non pone ostacoli di carattere retorico o intelletuale, ma che è costruito con una logica che apparentemente è abbastanza innocente, amabile, ripeto la parola, seduttiva, affinchè qualcuno entri in quel mondo. Questo succede in un modo che quasi non lo avverti, o lo avverti quando sei già dentro l'opera e non succedono cose che tu pensi debbano succedere, e  questo mi pare importante nella letteratura, che non si sappia mai cosa succederà, perchè questo è un po' l'idea di confrontarsi con un'opera d'arte, che tu non sappia mai come sarà il tuo itinerario come lettore, che ci  siano sempre delle sorprese e che queste sorprese consentano che tu venga coinvolto da quel testo che hai davanti

C'e' qualcosa di allegorico nella tua narrativa?
Non lo so, io a volte la leggo, e questo libro in particolare (El gran vidrio),  in un modo anche abbastanza realista. E sento che nel dire che la mia letteratura è allegorica cadremmo lo stesso in questo destino di dare un'etichetta che  impedirebbe di vedere tutte le opzioni che essa puo' avere. Credo che certi aspetti possano essere letti in forma allegorica, in una forma non realista per dirlo in qualche modo, più che allegorica, che non aderisce alla realtà; però nello stesso tempo sorge la domanda Che cos'è la realtà? credo che questo sia uno dei libri più reali che abbia scritto e, curiosamente si crea il meccanismo contrario. Quando pensiamo che siamo in un mondo totalmente immaginario, un universo che obbedisce aolo alle sue regole, curiosamente stiamo esibendo la realtà in una forma molto più profonda di di quanto potremamo farlo se ripetessimo ciecamente un modo tradizionale di scrivere, di costrure ciò che presumiamo essere un romanzo
http://jojuzapalps.wordpress.com  18 settembre 2007
©

  Mario bellatin è nato a Città del Messico, da genitori peruani, ed ha passato gran parte della sua vita in Perù. Ha studiato teologia per due anni e si è laureato in scienze della comunicazione all'auniversità di Lima.nel 1987 ottiene una borsa di studio per studiare sceneggiatura a Cuba nella scuola internazionale del cinema latinoamericano. Pubblica i primi cinque romanzi in perù, tra il 1986 e il 1995, quindi si trasferisce a Cittò del Messico.
La sua opera è stata tradotta in tedesco inglese francese e italiano (Dama cinese). è in corso la pubblicazione di Salone di Bellezza.

un sito ricco di informazioni e link: http://www.losnoveles.net/bellatin.htm    
 

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