sabato 2 ottobre 2010

pistas de un naufragio - chiara bolognese

Chiara Bolognese 


* Chiara Bolognese, 
Pistas de un naufragio. Cartografía de Roberto Bolaño,
Santiago de Chile,
Editorial Margen, 2009, pp. 317.
introduzione di Roberto Brodsky











Si tratta, a ben vedere, del prima pubblicazione che affronta nella sua totalità il corpus dell'opera Bolaniana e che comunque cerca di  uscire dall'ambito strettamente accademico e di rivolgersi  al pubblico dei lettori.
Questo libro è il frutto della tesi di dottorato di chiara Bolognese; il libro   si apre con un prologo di Roberto Brodsky  che termina con queste parole:
Se è vero che , come afferma certa critica,  il romanzo latinoamericano del XX secolo, è  vissuto tra il carnevale ed il carcere, tra Bajtin e Focault, il lettore delle pagine che seguonopuo' respirare sollevato: qui unsingolare avvenimento chiamato Roberto Bolano traccia una diversa cartografia, a partire dal suo stesso naufragio
1): itinerari,  dove viene abbozzata la biografia dello scrittore il suo rapporto complesso con Il Cile, con il gli autori suoi contemporanei e passati, ed infine viene enunciata la sua poetica

2): Il territorio Bolano, che analizza a partire della condizione dell'esilio (o per megli odire dello sradicamento), analizza gli spazi in cu isi muovono i personaggi: marginali, "liquidi", "ombra", "infernali", "non luoghi". Spazi iscritti in un tempo "fuori dalla temporalità propriamente detta, molto lontano da Cronos", un tempo "fatto da una successione di frammentata di istanti puntuali", il tempo del presente che si sovrappone "al tempo dei ricordi,. dei sognie delle illusioni..." [p.101]

le ultime tre parti del libro
3): Formazione di una identità, *  4): Il viaggio   *  5): I personaggi di Bolano: individui in crisi

non le ho ancora lette.

Ciò che va sottolineato di questo libro è che non è uno sterile esercizio di erudizione accademica, anche se rivela un'analisi attenta e rigorosa della critica sullo scrittore cileno (come dimostrano le numerose citazioni e riferimenti bibliografici).
Questo libro rivela la passione della lettrice Chiara Bolognese (ancor prima dell'interesse del critico), una passione che traspare dal testo e dalle numerosissime citazion idell'opera bolaniana.
E quindi solo per questo merita già di essere letto e soprattutto tradotto.

    Carmelo pinto

riportiamo un articolo de  La nacion (Cile) del 26 luglio 2009:

la prima cosa che lesse di Roberto Bolaño, prima che l oscrittore morisse e diventasse leggenda e feticcio furono i racconti di "Puttane assassine" ,  perchè Chiara Bolognese cercava un autore su cui fare la sua tesi di dottorato a Madrid.
"Mi affascinarono quei racconti e poi cercai di leggere  ‘I detective selvaggi’,  però l'abbandonai, lo trovavo lungo"   dice ridendo con accento tra lo spagnolo e il cileno e tono italiano.
Però dopo quell'abbandono, arrivò la lettura di tutta la sua opera, che fu la sua compagnia e il suo faro. E tra il gennaio  2003 e gennaio 2007 si mise a lavorare nelle 300 pagine che formano il libro "Pistas de un naufragio",

Una navigazione  che attraversa  Bolaño e la sua  época letteraria, la fusione del suo universo narrativo, le città che si descrivono nei suoi romanzi ( le fittizie e infernali),  la sconfitta dei suoi personaggi ed il viaggio che non finisce mai.
Bolognese è Cile, da nove mesi,  per studiare i poeti che influirono nell'opera di  Bolaño
"Senza dubbio l'opera di  Pablo Neruda, Nicanor Parra e Enrique Lihn", ( che potrebbe convertirsi in un futuro libro. Inoltre non scarta la possibilità di scrivere un'autobiografia del creatore di arturo belano, che giocava anche con i fatti della sua vita,  "ma il mito lo staiamo creando noi" dice Chiara.


Il cileno che ironizzava sui  best sellers, vinse il Premio Ámbito Literario, qiello del Ayuntamiento de Toledo, de Alcalá de Henares; il Premio Rafael Morales, quello di Poesía de la Fundación Kutxa,tra gli altri.
ma i riconoscimenti piu' importanti e mediatici arrivarono cinque anni prima della morte.
"Negli anni '90 lui sapeva di essere gravemente ammalato, e naturalmente  il suo lavoro fu una corsa contro il tempo, Si rinchiuse nel suo studio per terminare la sua opera, e chiaro, scrivere con l'ombra della morte sulle spalle influì senza dubbio. Il resto è silenzio e letteratura", dice Bolognese


-Come interpreti il boom Bolano, la moda Bolaño?
-Io ho vissuto i due momenti. Quando ancora era in vita e poche persone l oleggevano e quasi nessun professore sapeva della sua esistenza e dopo. Senza dubbio, la sua morte accresce "il boom Bolaño" ma anche l'uscita di "2666", romanzo chiave nel contesto della sua opera. Ora, che si legga Bolaño è formidabile ma il morbo è abbastanza grande. Per il mio lavoro cercai di parlare con la vedova, Carolina López, attraverso un professore che la conosceva, ma non si è potuto e non ho insistito

-Cosa riconosci di ciò che diceva Bolaño sul Cile stando qui?
- La cosa più riconoscibile di quello che scriveva sono i battibecchi tra scrittori e gruppeti lettarari. viene da ridere. Il mondo cileno che egli descrive è così. Uno scrittore scrive  un commento nel giornale, l'altro ribatte, poi viene fuori un altro. Le diatribe letterarie sono tutte uguali e questo succede dappertutto, ma qui si riproducono a partire di ciò che sembrava una finzione.




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