martedì 28 settembre 2010

la funzione igienica del critico

  Andrea inglese

settembre 2010

Silvia Ballestra tocca una questione difficile, da cui si dipartono parecchi fili.
Il primo potrebbe essere quello della funzione igienica del critico. In un contesto come quello attuale, il critico dovrebbe avere il compito di denunciare le valutazioni eccessivamente sballate: alzare i giustamente sottovalutati, abbassare gli ingiustamente sopravvalutati. Il pericolo peggiore per la sopravvivenza dei talenti forti, scomodi, importanti, non è ovviamente l’esistenza dei Moccia o dei Faletti o della Tamaro. Il peggio non è il libro popolare, di scarsa rilevanza letteraria, che però piace molto, si vende bene, è di moda. Il peggio è il libro falsamente interessante, falsamente nuovo, falsamente fresco, falsamente profondo. Il libro che ha pretese letterarie, ma è debole e stereotipato. Qui c’è tutto un grosso lavoro da fare, anche perché più ci s’inoltra criticamente nella zona percepita come “alta”, di qualità, più le trappole si moltiplicano.
Dopodiché bisogna aprire il capitolo: valutare i sottovalutati. Ma direi addirittura: parlare della gran quantità di ottimi libri – che come Silvia dice in un punto – non destano alcun interesse, passano sotto silenzio, sono praticamente clandestini.

Io tra le due possibilità, ho praticamente sempre scelto la seconda. Ho sognato grandi stroncature, stroncature di ingiustamente acclamati (agli occhi miei), ma poi mi sono dedicato a scrivere sugli ingiustamente ignorati (o sottovalutati), per il semplice fatto che ciò mi dava più piacere, e il piacere è un molla critica importante.

Da un po’ di tempo sogno di realizzare per il sito alfabeta2   una rubrica dedicata alle recensioni. Ma questa rubrica, nelle miei ambizioni, dovrebbe riuscire a riportare in auge una vera e propria arte della recensione. Qualcosa che pochi sono stati in grado di realizzare davvero fino in fondo. Avete presente tutte le recensioni raccolte in “Descrizioni di descrizioni” di Pasolini?

L’arte della recensione come la penso io credo però sia ancora altra cosa da quanto auspicato da Silvia Ballestra. Intanto, è una critica che non pretende di essere “giusta”. E’ una critica infatti in cui il recensore espone anche se stesso, ma non nei termini di un ingenuo impressionismo, ma in quelli di un uso astuto e impietoso delle proprie idiosincrasie.

Per ora non ho trovato migliore espressione di quest’arte della critica che queste parole di Gombrowicz tratte dai “Diari”:
“Respingi con rabbia e fierezza tutti i vantaggi artificiali offerti dalla tua posizione. La critica letteraria non consiste nel giudizio di un uomo su un altro (chi te ne ha dato il diritto?), ma nel confronto paritario tra due personalità. Quindi non giudicare. Limitati a descrivere le tue reazioni. Non parlare mai dell’autore o dell’opera, ma solo di te stesso in rapporto all’opera o all’autore. Di te sei libero di parlare. Ma, parlando di te, fallo in modo che la tua persona acquisti peso, significato e vita e che diventi il tuo argomento decisivo. Esprimiti da artista, non in modo pseudoscientifico. La critica deve essere tesa e vibrante come la materia che tocca, altrimenti diventa lo sfiato gassoso di un pallone, una macellazione fatta con un coltello non affilato, una disintegrazione, un’anatomia, una tomba” (vol. I, 1954, VIII, p. 109)”

Alfabeta2  22 settembre 2010, commento a un articolo di silvia Balestra 
© Andrea inglese

 
Andrea Inglese è nato a Torino nel 1967. Lettore presso l’università di Parigi. La sua tesi di dottorato in Letterature Comparate è confluita nel volume ‘L’eroe segreto. Il personaggio della modernità dalla confessione al solipsismo’, pubblicato nel 2004 dalle Edizioni del Dipartimento di Letterature Comparate dell’Università di Cassino,2003. Suoi interventi sono apparsi su varie riviste e nei volumi ‘Ákusma. Forme della poesia contemporanea’ (Metauro, 2000), ‘Scrivere sul fronte occidentale’(Feltrinelli, 2002) e ‘Ritmologia. Il ritmo del linguaggio. Poesia e traduzione’, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2002) Ha pubblicato la raccolta poetica ‘Prove d’inconsistenza’, con prefazione di G. Majorino nel VI Quaderno italiano (Marcos y Marcos, 1998),‘ Inventari’ (Zona 2001) con postfazione di B. Cepollaro, ‘Bilico’ (d’if, 2004). Nel 2005 è apparso l’E-book, ‘L’indomestico,’ Biagio Cepollaro E-dizioni . Una sezione di ‘Inventari’ e altre poesie sono pubblicate in ‘Poesie dell’inizio del mondo’(Sossella, 2003), che raccoglie i finalisti del premio Antonio Delfini. Alcuni testi inediti sono apparsi sulla rivista ‘Avanguardia’ (n°22, 2003), accompagnati da saggi di Cecilia Bello e Giovanni Palmieri sul suo lavoro poetico. Traduzioni in francese dei suoi testi appaiono nella rivista ‘Action poétique’ (n°177, settembre 2004), nella sezione dedicata alla poesia italiana contemporanea. È presente nell’antologia di poesia italiana contemporanea ‘Parola Plurale’ (Sossella 2005). Ha partecipato a diverse manifestazioni di poesia in Italia e all’estero, tra cui Ricercare ’97 (Reggio Emilia), Romapoesia (1999 e 2005), Festival Internazionale di Poesia del Mondo Latino Ars Amandi tenutosi in Romania (2005), 34ème Rencontre québécoise internationale des écrivains a Montreal (2006) e Milano Festival Internazionale di Poesia (2006). Suoi testi sono stati utilizzati dal compositore di musica elettronica Giovanni Cospito: Supra Modum, per soprano, suoni elettroacustici e live electronics (1996) e Prologo da “Le camere di Orfeo”, per elettronica (1993). È autore con la videoartista Rosanna Guida del video ‘La buiosa’ (1997), Prix de la Création Vidéo 98 al Festival “Art contemporain” di Clermont-Ferrand (Francia 1998). Con il gruppo Sincretica ha presentato due spettacoli multimediali: Memorie dell’immediato (1996, Milano e Venezia) e Spot-city: esercizi di persuasione urbana (1998, Genova e Milano). Collabora al blog di romanzieri e poeti Nazioneindiana alla rivista on line L’Ulisse e Italianistica online. E' animatore della rivista e del sito Alfabeta2


lunedì 27 settembre 2010

omaggio di Patti Smith a Roberto Bolaño

  Patty Smith

28 marzo 2010

il 28 marzo 2010 Patty Smith ha chiuso la sesta edizione del Festival Palabra y Música de Spoken Word, a  Gijón, con uno spettacolo di unìra e mezza, metà musica e metà recitato. La lettura di testi di Garcia Lorca e Roberto Bolano si sono alternati alle sue canzoni


A Roberto Bolaño ha dedicato un recital di musica e poesia. Di lui ha detto:
"2666 è il primo capolavoro XXI secolo...E' il nuovo  Finnegans Wake, il romanzo del nuovo millennio. Semplicemente, mi ossessiona e credo che la sua influenza sugli altri scrittori sarà inevitabile. leggere Bolaño è stata una rivelazione per me, per la sua tenerezza, la sua poesia e la sua filosofia. Credo che il fatto che sapesse che stava per morire sia fondamentale per capire le riflessioni dei suoi libri. Il suo grande senso di umanità e,quindi,  della disumanità hanno molto a che vedere con questa imminenza della morte. Semplicemente ogni giorno apprendo da lui "
Il 23 luglio 2010 Patti Smith suona  Black Leaves' una nuova canzone dedicata a Roberto Bolano al Festival de la Porta Ferrada (nella città di Sant Feliu de Guíxols, Spain). Lautaro Bolano Lopez (figlio di  Roberto Bolano) in quell'occasione suona la chitarra


© Patti Smith



L'alfazeto di francesco Forlani: D come donne

Francesco Forlani

Alfazeta

aAbBcC dD   

Alfa zeta#D  come Donne 



i video sono anche su Alfabeta 2

© Francesco Forlani

A me questo esperimento di Francesco Forlani, partito in sordina, sembra molto interessante; una narrazione che si pone il problema del mezzo e del linguaggio piu' adatto al mezzo. Grande capacità di comunicazione dei video sulla rete senza perdere di vista la qualità estetica.

disillabari di francesco forlani

  francesco Forlani












disillabari

mischiando le voci di dentro passavamo il respiro
ingoiavamo la terra e la polvere in controluce,
il canto tesseva le fila e dentro al discanto
i nodi dei sogni scioglievano all’alba cuciti

la strada sapeva di ferro e di sabbia con le prime piogge
e si correva coprendoci il capo con un fazzoletto
le macchine andavano lente come sopra a uno specchio
su cui vedevamo dipinto oltre al cielo le ombre risorte

del mondo e la corsa finiva al crepuscolo,
restavano solo le tracce della battaglia,
il sale sapeva di cose mai viste e il sudore
cambiava il colore alla maglia indossata da prima

pareva dovesse durare per sempre e così ci sembrava più viva
la timida sera che faceva da bàlia a ragazzi e ragazze per strada
finiva che a cena era gara a restare in silenzio a non fare parola
di brame che i corpi rinati ogni volta tacevano urlando

Nazione indiana  24 settembre 2010
© Francesco Forlani



I suoi libri di poesia si possono trovare a Roma
Centro Culturale La Camera Verde
via G. Miani 20, 20a, 20b - 00154 Roma (
google map )

Il manifesto del comunismo dandy
Blu di prussia
manhattan experiment
posson oessere ordinati via mail:
la camera verde contatti

Francesco Forlani, nato a Caserta nel 1967, a sette mesi, vive tra Parigi e Torino. Ha collaborato e collabora a riviste come Baldus (Milano), Atelier du Roman (Parigi), News from the Republic of letters (Boston) Reportage; è stato direttore artistico, dal 1995 al 2000, del magazine Paso Doble (Parigi); attualmente dirige la rivista letteraria Sud. Ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano: Autoreverse, Edizioni Ancora del mediterraneo. Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, 2002; Manhattan Experiment, Il manifesto del comunista dandy, Blu di Prussia, con le Edizioni La Camera Verde di Roma. Direttore editoriale per le edizioni Eumeswil si occupa del progetto Voices. Traduttore dal francese, Microfictions di Regis Jauffret, Eumeswil 2010, L’insegnamento dell’ignoranza, di Jean-Claude Michèa, Edizioni Metauro, 2005. Presente in Rete come redattore del più importante blog letterario, Nazione Indiana. Poeta, cabarettista e performer, è autore insieme a Sacha Ricci e Sergio Trapani dell’operetta Do you remember revolution, vincitrice nel maggio 2004 del festival multimediale “Norapolis” di Metz. Di prossima uscita, il secondo romanzo della trilogia degli alberghi, Turning Doors- La veranda di Montale. Conduttore insieme a Marco Fedele del programma radiofonico, Cocina Clandestina fa parte della nazionale scrittori Osvaldo Soriano Football Club (maglia numero sedici) di cui è uscita nel giugno 2010 l’antologia , Era l’anno dei mondiali, ( Rizzoli-Corriere della Sera )


i libri di carta resisteranno

Rick Moody | • |Juan Villoro | • |  | • |    |



Rick Moody   


ma i libri di carta resisteranno

Inoltre il libro è già una tecnologia flessibile e centrata sul lettore: possiamo scorrerlo, sfogliarlo, scriverci sopra, in altre parole è più facile personalizzare l'oggetto, impadronirsene che con il seducente, ma alla fin fine inutile, iPad. Per il libro è stato così da qualcosa come cinquecento anni. E nel caso della letteratura, dove il coinvolgimento al testo è più complesso e meno legato all'intreccio narrativo, il rapporto con il libro è già dinamico e creativo di per sé. E' un rapporto che si rinnova ogni giorno con l'avanzare del progresso nella storia della letteratura......la carta è ancora il mezzo più stabile e affidabile per immagazzinare un testo...


Rick Moody   I libri di carta resisteranno
 


i colpevoli di Juan Villoro

Juan Villoro

I colpevoli

racconto tratto dal libro "I colpevoli" Cuec ed., 2009   


I colpevoli
di Juan Villoro

Le forbici erano sul tavolo. Avevano delle dimensioni fuori dal comune. Mio padre le utilizzava per trinciare i polli. Da quando lui è morto, Jorge se le porta dietro ovunque. Forse per uno psicopatico è normale dormire con la pistola sotto il cuscino. Mio fratello non è uno psicopatico. Ma non è neanche normale.
Lo trovai in camera, piegato su se stesso, mentre lottava per togliersi la maglietta. C’erano 42 gradi. Jorge indossava una maglietta di tessuto grezzo, ideale per appiccicarsi come una seconda pelle.
– Aprila – gridò con la testa intrappolata nella maglia. La sua mano indicò un punto impreciso che non mi fu difficile indovinare.

LE CONFESSIONI LETTERARIE DI JUAN VILLORO

  intervista a Juan Villoro di Marco Dotti

23 settembre 2010




Un paese perennemente in bilico tra Carnevale e Apocalisse, segnato ormai da diversi anni da un clima di violenza e di paura. Parla Juan Villoro, autore di una raccolta di racconti, I colpevoli, in cui cerca di descrivere un Messico fuori dagli stereotipi. Al paese latinoamericano è dedicato il festival di letteratura e traduzione «Babel» che si inaugura questa sera a Bellinzona

Scrittore e sociologo, giornalista e professore universitario, Juan Villoro è uno degli intellettuali più attenti alla realtà messicana. Nato nel 1956, appassionato cronista di musica e di calcio, Villoro ha di recente pubblicato, per le edizioni Cuec di Cagliari, I colpevoli (traduzione di Maria Cristina Secci, pp. 136, euro 11). Una raccolta di racconti che mette in scena le vite, a modo loro «colpevoli», di un calciatore in declino, di uno sceneggiatore in preda a crisi isteriche, di un cantante sull'orlo del baratro, protagonisti colti all'apice dei loro conflitti personali, sia che decidano di commettere un omicidio, di tradire un amico o di girare una scena di nudo che potrebbe rovinargli la carriera. Lo incontriamo alla vigilia dell'incontro che terrà sabato 25 al festival Babel di Bellinzona.

venerdì 24 settembre 2010

Un autore a molte dimensioni

  Nicola Lagioia  

Un autore a molte dimensioni
Come tracciare una mappa che dia almeno l’illusione di poter padroneggiare l’universo a molte dimensioni di uno come Roberto Bolaño, il quale, proprio sullo sconfinamento e sui salti spaziotemporali, ha innalzato buona parte della propria poetica? uno scrittore che, tra i tanti luoghi sparsi per il mondo in cui volta per volta scaraventa i propri personaggi, ha eletto a epicentro emotivo e spirituale delle sue peregrinazioni una distesa di sabbia e ossa (anche umane) senza strade né segnaletica né giurisdizione come il terribile deserto di Sonora collocato nella parte nord-occidentale del Messico? Dal momento che in questi casi la strategia migliore per toccare il lato più profondo di un grande autore è proprio l’educazione allo smarrimento, cominciamola così:

se il libro fosse inventato oggi

Rick Moody  | • |Juan Villoro | • |  | • |    |

Juan Villoro   

se il libro fosse inventato oggi

Del resto, se il libro fosse inventato oggi, sembrerebbe un miglioramento del computer: è caldo, serve come decorazione, stimola il tatto e l'olfatto, ci si può scrivere sopra, senza contare che non si scarica, non ha bisogno di batterie, non dipende da un sistema operativo che potrebbe diventare obsoleto in pochi mesi.


Juan Villoro    intervista di Marco Dotti
 


martedì 21 settembre 2010

il primo grande narratore

  Gianmaria Nerli


  16 settembre 2010

il primo grande narratore

Quello che probabilmente è il primo grande narratore del secolo XXI purtroppo è già morto: Roberto Bolaño ci ha lasciato all’età di 50 anni con una quindicina di opere, tra poesie racconti e romanzi, scritte approssimativamente negli ultimi 10 anni di vita. Ma è soprattutto la sua opera maggiore, uscita postuma nel 2004, un anno dopo la sua morte, che lo propone, tra gli scrittori contemporanei, come il primo esempio di grande narratore del secolo XXI.

lunedì 20 settembre 2010

il declino dello stato territoriale accentrato

  Franco Farinelli

2010
Geometrie del potere

Vi è stato un tempo, ricordava Osip Mandel’Stam, in cui chi non aveva viaggiato non osava scrivere. Erano ancora i bei tempi in cui, teste Novalis, l’Europa era «un continente di forma umana», quella raffigurata nelle mappae mundi che ornavano le pareti delle chiese medievali, dove tra la forma della Terra e la figura di Cristo che l’abbracciava non era possibile alcuna distinzione, e perciò ogni rappresentazione geografica era ancora riconosciuta come l’ostia del corpo terrestre, dunque l’autentica Terra spiegatemi altrimenti perché
ancora oggi crediamo tanto ciecamente alle mappe, ci affidiamo senza alcuna riserva, con vero atto di fede, al loro dettato che nessuno osa contraddire. A quel tempo, il Paradiso terrestre era ancora un luogo segnato sulle carte, sempre in alto accanto alla testa del Signore, e tale presenza assicurava non soltanto che ogni viaggio era possibile ma anche che l’intera esistenza si riduceva a un viaggio, all’interno di un ambito esso stesso per definizione mobile, anzi elastico, soggetto a continui avanzamenti e regressioni, com’era allora la cristianità.

Bolaño svela l' anima più intima «Caro, goditi gli amici e i libri»

  coppola alessandra

11 settembre 2010

Narrativa, famiglia, letture: il carteggio inedito con Andrés Neuman Rapporti Il maestro e l' allievo: un' amicizia nata dopo la recensione del primo romanzo di Neuman, «Bariloche», e una telefonata

Prima che il giovane Andrés Neuman potesse vederlo coi propri occhi, Roberto Bolaño già gli aveva confessato, in un' email datata 11 luglio 2000 e spedita dal pc del figlio Lautaro, di lavorare «in una grotta infetta a pochi metri da casa», su un computer «tanto vecchio che non accetterebbe in nessun modo di essere collegato a un modem, senza considerare che nello studio non c' è linea telefonica e manca pure l' aria condizionata, il riscaldamento, il frigorifero...».

domenica 19 settembre 2010

le frontiere del messico: ciudad juarez

 frontiera messico  USA
  •• su migrazioni  



la frontiera del Messico



  


Amnesty international   
 Meltingpot 
 storie migranti 
Scarica il rapporto in inglese "Le vittime invisibili: migranti in movimento in Messico"


 

le vene aperte dell'america centrale

i flussi migratori dall'America centrale verso gli USA



  •• su migrazioni  



le vene aperte dell'america centrale


" Il “viaggio della speranza” di migliaia di centroamericani racconta storie incredibili di soprusi, violenze, furti e omicidi, perpetrati da soggetti senza scrupoli che si approfittano della debolezza degli indocumentados, rendendo il loro percorso pieno di pericoli ed incerto. Don Pedro racconta l’origine del loro progetto: “Il Messico ha avuto negli anni 70 e 80 una tradizione di accoglienza dei rifugiati centroamericani che scappavano da dittature e guerre civili in corso nei loro Paesi”. La tradizione si è persa nel tempo, e il Paese adesso ha un approccio violento e repressivo nei confronti degli immigrati, funzionale alla politica migratoria del suo ingombrante vicino, ovvero gli Stati Uniti d’America......
....A partire dalla fine del 2008, le interviste fatte all’arrivo di centinaia di persone alla casa riportano molti casi di sequestri di persona da parte di un’organizzazione criminale che si chiama “las Zetas”, il braccio armato del “Cartello del Golfo” che in Messico controlla il traffico di droga. “Le persone -racconta Paula, avvocatessa, che assieme a Luis, Alberto e Sandra lavora per l’associazione civile Humanidad Sin Frontera, seguendo il  progetto giuridico della casa- vengono sequestrate sui treni o nelle città di passaggio, raccolti in abitazioni isolate e torturate fino a che non danno il numero di telefono dei familiari che possano pagare il loro riscatto”.....
Il flusso annuale di migranti messicani e centroamericani verso gli Stati Uniti è impressionante. La popolazione messicana residente negli Usa ammonta a circa 26,7 milioni di persone. Il rapporto tra immigrati regolari ed irregolari è di 18 a 100. Minore in cifre assolute, ma non relative, è lo stesso dato relativo ai Paesi centroamericani, per i quali si stima che il flusso di migranti verso gli Stati Uniti d’America si attesti tra  20 e il 40% della popolazione (escluso il Costa Rica). Si stima, ad esempio, che 2,75 milioni di salvadoregni risiedano negli Usa: ogni giorno da El Salvador 700 persone intraprendono il “viaggio della speranza”, mentre il tasso di espulsioni (255.550 in un anno) è doppio rispetto a quello di crescita delle popolazione sul territorio statunitense.
[ Roberto Sensi, la via crucis che attraversa il Messico (altra economia, giugno 2010)]

Secondo la Commissione nazionale dei diritti umani, in soli sei mesi del 2009 quasi 10.000 persone sono state rapite e metà di loro ha denunciato il coinvolgimento di pubblici ufficiali. Si calcola, inoltre, che sei donne e ragazze migranti su 10 abbiano subito violenza sessuale. Questo potrebbe spiegare la richiesta di alcuni trafficanti di somministrare un contraccettivo con iniezione prima del viaggio, per evitare gravidanze a seguito di uno stupro.
 [ © Amnesty International , ]