sabato 22 gennaio 2011

attenti a quel libro (Il terzo reich)

  tiziano Giannotti -

La repubblica delle donne 22 gennaio 2011

attenti a quel libro

Il romanzo inedito di Roberto Bolaño, il diario di una disfatta e una discesa all'inferno passando per gli esagoni di un wargame da tavolo: Il Terzo Reich. Una discesa cadenzata in sibili e tonfi. Sibili del maligno che attraversano il racconto, tonfi della coscienza del protagonista, un giovane tedesco che vagheggia le figure dei leggendari generali della II Guerra mondiale, Rommel, von Manstein, Guderian, e intanto non si avvede del nemico che lo aspetta al varco. Siamo alla fine di un'estate degli anni 80, in Costa Brava: Udo Berger arriva all'Hotel del Mar insieme alla giovane Ingeborg per una vacanza. È uno di quei giovani uomini minacciati dalla propria leggerezza, che non sanno del Male, dormono bene e si svegliano freschi, non si annoiano mai e accudiscono la minaccia che gli cresce accanto silenziosa.

Il giorno dell'arrivo chiede un tavolo ampio per poter disporre le mappe del wargame di cui è campione - e noi vediamo la minaccia dispiegarsi in tutta la sua portata. Intorno a Udo lo scrittore dispone le figure dell'enigma: Frau Else, bella donna nel fulgore della prima maturità, quando la freschezza si fa variegata di malinconia e rimorso, la bionda chimera che è la Germania di Udo; Ingeborg, tutta timore e concretezza e i due connazionali Karl detto Charly e Hanna, che mostrano le stimmate delle vittime; il marito malato di Frau Else, un fantasma, elusiva figura del maleficio; e il Bruciato, un vigoroso vilain sfigurato dalle ustioni che noleggia vecchi pattíni e la sera li raduna in una sinistra formazione, che Udo vede come un tumulo barbaro. Da quel punto tutto cambia di segno: i sogni diventano incubi e il bar sul lungomare che è il ritrovo dei giovani rivela la sua aura di disgrazia.

Tutto è pronto per la sfida, Udo e il Bruciato siedono al tavolo, in palio l'anima. E Bolaño ancora una volta ci accompagna come un Virgilio ferito nei gironi dell'inferno contemporaneo, con quelle "frasi carenti di tranquillità" (Anversa) che sono la forma letteraria d'una dissidenza selvaggia che si fa romanzo. Certo qualcosa nell'ultima parte dice perché Bolaño non ha pubblicato il libro in vita: chissà cosa ne avrebbe tratto rimettendoci al momento giusto le mani. Ma anche così, che meraviglia.


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