sabato 1 gennaio 2011

DUE INEDITI E UN FILM PER IL "MITO" BOLANO

  DARIO PAPPALARDO -


due romanzi inediti  in arrivo, un documentario e un ricco arvhivio: l'esplorazione del pianeta Roberto Bolaño non è ancora terminata. Se per trovare in libreria una nuova  opera di stieg larson bisognerà attendere  non si sa quanto, diverso è il caso dell'autore cileno morto nel 2003, che con lo svedese condivide una fortunata fama postuma. Qui però non ci sono faide tra eredi familiari ed ex-compagne. La vedova Carolina, con la complicità del potentissimo agente americano Andrew Wylie, continua a pubblicare i manoscritti del marito, osaìnnato negl istati uniti e non

solo, dal tempo delle prime entusiastiche recensioni di Susan Sontag. Il noir Il Terzo Reich, stampato quest'anno in Spagna e America Latina, uscirà da noi il mese prossimo grazie ad Adelphi, che ha già tradotto il capolavoro in cinque parti 2666, la raccolta di saggi Tra parentesi e il romanzo breve Amuleto (gli altri libri sono targati Sellerio).



Ma, soprattutto, la casa editrice di Roberto Calasso si è garantita i diritti di quello che rischia di diventare uno dei casi letterari del 2011: Los sinsabores del verdadero policía ("I dispiaceri del vero poliziotto"), in uscita a gennaio nei paesi di lingua spagnola.

Sull'opera, lasciata dattiloscritta dall'autore con alcune correzioni a mano e copiata sul computer solo per metà, il primo editore di Bolaño, Jorge Herralde, ha detto a El País: «La qualità di questo nuovo libro è prodigiosa e senza dubbio è all'altezza di 2666 ».

La traduttrice italiana Ilide Carmignani, che ha letto il manoscritto, svela anche di più: «Si può considerare a buon diritto la sesta parte di 2666. Seppur con qualche piccola incongruenza, presenta gli stessi personaggi con alcuni dettagli chiarificatori». Nel racconto, tornano quindi il misterioso scrittore Von Arcimboldi, una sorta di Salinger inseguito dai suoi critici, l'esule Amalfitano, il poliziotto Lalo Cura, e tornano soprattutto lo sfondo del Messico e i delitti contro le donne ispirati al caso di Ciudad Juárez. Al titolo Los sinsabores del verdadero policía, Bolaño accennava già in una lettera del 1995 all'artista messicana Carla Rippey (ispiratrice del personaggio di Catalina O'Hara nei Detective selvaggi ). «Ci sono nodi che si sciolgono grazie ai flashback - continua Carmignani -. ScopriaDue romanzi inediti in arrivo, un documentario e un ricco archivio: l'esplorazione del pianeta Roberto Bolaño non è ancora terminata. Se per trovare in libreria una nuova opera di Stieg Larsson bisognerà attendere non si sa quanto, diverso è il caso dell'autore cileno morto nel 2003, che con lo svedese condivide una fortunata fama postuma. Qui però non ci sono faide tra eredi, familiari ed ex compagne. La vedova Carolina, con la complicità del potentissimo agente americano Andrew Wylie, continua a pubblicare i manoscritti del marito, osannato negli Stati Uniti, e non somo rimandi interni ad altre parti di 2666 e ci sono però altri vuoti che si aprono. Ma questo è tipico di Bolaño: come nella vita, non possiamo spiegare tutto».

Il culto attorno allo scrittore, insomma, troverà nuova linfa.

Blanes, la località vicino Barcellona dove l'autore scomparve a cinquant'anni, è diventata da centro balneare a meta letteraria. Riviste e siti web (in italiano c'è in particolare www.archiviobolano.it) continuano a scandagliare il mito. Al cileno è stato appena dedicato un documentario, La batalla futura, diretto da Ricardo House e presentato a Madrid. È un ritratto intimo che demistifica l'aura di "maledetto" del protagonista. Vi compaiono amici, colleghi, e anche il padre di Roberto, León, morto il 3 dicembre scorso, con cui il rapporto fu difficile. Di certo, la "fabbrica Bolaño" è ancora aperta e nuove opere spunteranno dall'archivio. «Ma finora - spiega ancora Ilide Carmignani - non si tratta di operazioni commerciali». Per intenderci, nessuna affinità con il caso Nabokov e lo sfruttamento degli inediti dell'autore di Lolita. « Il Terzo Reich, per esempio, ha una sua compiutezza. Le descrizioni sono precise e minuziose. Bisogna ricordare che per molti anni Bolaño ebbe difficoltà a pubblicare, ma scriveva tantissimo. Molti libri sono rimasti nel cassetto».

Adesso sono pronti a uscire.

La Repubblica   23 dicembre 2010

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