Rodrigo Quiroz Castro - intervista a Horacio Castellanos Moya
La nacion - 4 luglio 2010
Uccidere da piacere
Lo scrittore salvadoreño è stato questa settimana in Cile per parlare della rivoluzione poetica di Roque Dalton. Qui parla dei cadaveri del Centroamérica que imputridiscono nei suoi libri, della sua relazione con Roberto Bolaño, del vómito dopo il primo omicidioo e dei pericoli in cui vivono i giornalisti
"Uccidere da piacere" . Un titolo di un reportage nella prima pagina di un giornale messicano. la scena potrebbe nei libri del del salvadoreño Horacio Castellanos Moya (1957).
Però la piccola escrescenza umana non è prodotto della finzione. E' successo e continuerà a succedere perchè c'e' qualcosa di oscuro in Centroamérica.
Qualcosa di misterioso che tinge di sangue, corruzione e narcos, paesi come El Salvador, Guatemala e Méssico, territori uniti da energie invisibili che l'autore di " El asco " ha convertito in prosa affilata come un coltello e melanconica come un eroe che sa che di fronte alla morte non succede niente, appena tristezza
Lo scrittore è stato in Cile questa settimana invitato dalla Cátedra Bolaño della Universidad Diego Portales.
In un hotel del centro di Santiago, dove la luce dell'inverno antra taciturna, Castellanos Moya sembra un pugile.Guarda fisso negli occhi come fanno i pugili. Un'occhiata no basta per dare al suo volto il peso dei 53 anni che porta ha i capelli ocrti. potrebbe portarli un franco tiratore del "GOPE" [Grupo de Operaciones Especiales dei carabineros cileni].
All'Università ha parlato di Roque Dalton, il più internazionale degl iscrittori salvadoregni, un tipo che riassunse le trasformazioni ideologiche del XX secolo, un "pueta" (come pronuncia lui) avventuriero che finì assassinato dai suoi compagni rivoluzionari nel 1975 in circostanze oscure.
Dalton si prese gioco del potere, chiese di cospirare senza privilegi e si burlò anche delle sue proprie file
Lo stesso ha fatto Castellanos Moya ne "El Asco" [la paura], dove il protagonista aiacula alla Thomas Bernhard un monologo contro tutto cio' che si muove in El salvador, fatto che ha prodotto minacce di morte in un paese dove ci si ammazza per un osguardo.
Però la piccola escrescenza umana non è prodotto della finzione. E' successo e continuerà a succedere perchè c'e' qualcosa di oscuro in Centroamérica.
Qualcosa di misterioso che tinge di sangue, corruzione e narcos, paesi come El Salvador, Guatemala e Méssico, territori uniti da energie invisibili che l'autore di " El asco " ha convertito in prosa affilata come un coltello e melanconica come un eroe che sa che di fronte alla morte non succede niente, appena tristezza
Lo scrittore è stato in Cile questa settimana invitato dalla Cátedra Bolaño della Universidad Diego Portales.
In un hotel del centro di Santiago, dove la luce dell'inverno antra taciturna, Castellanos Moya sembra un pugile.Guarda fisso negli occhi come fanno i pugili. Un'occhiata no basta per dare al suo volto il peso dei 53 anni che porta ha i capelli ocrti. potrebbe portarli un franco tiratore del "GOPE" [Grupo de Operaciones Especiales dei carabineros cileni].
All'Università ha parlato di Roque Dalton, il più internazionale degl iscrittori salvadoregni, un tipo che riassunse le trasformazioni ideologiche del XX secolo, un "pueta" (come pronuncia lui) avventuriero che finì assassinato dai suoi compagni rivoluzionari nel 1975 in circostanze oscure.
Dalton si prese gioco del potere, chiese di cospirare senza privilegi e si burlò anche delle sue proprie file
Lo stesso ha fatto Castellanos Moya ne "El Asco" [la paura], dove il protagonista aiacula alla Thomas Bernhard un monologo contro tutto cio' che si muove in El salvador, fatto che ha prodotto minacce di morte in un paese dove ci si ammazza per un osguardo.
-Come Dalton hai avuto problemi con il tuo paese…
-c.m.:Il paese continua ad essere un potere malgrado la globalizzazione e il mercato. Il nazionalismo è un sentimento pericoloso profondo e suscettibile. Roque si burlava molto di El Salvador, diceva che aveva il nome di rimorchiatore.
-Dalton attaccava e amava El Salvador in una doppia maniera…
-c.m.: Questo lo spiega in un'epigrafe del suo libro “Pobrecito poeta que era yo” che prende de “ Il quartetto di Alessandria” di Lawrence Durrell che dice: “ E' dovere di ogni patriota odiare creativamente il suo paese”.
E castellanos Moya lo ha fatto. Attualmente vive a Pittsburgh, USA, e bell'ultima decade ha viggiato, fino al Giappone.
-c.m."E' da 13 anni che non vivo in El Salvador, però la mia letteratura è focalizzata lì. Ci sono scrittori che non importa verso dove si muovano, portano sempre una ferita e vitale che genera scrittura. Sono arrivato in El Salavador a quattro anni. Ho avuto una vita nomade, però quanto alla creazione letteraria, la mia fonte è l'esperienza salvadoregna centro americana"
CIO' CHE TREMA
Da questa regione vengono i temi della sua opera, i cui vertici, secondo l oscrittore Roberto Bolaño, sono "l'orrore, la corruzione e una quotidianità che trema in ciascuna delle sue pagine efa tremare il lettore“ [Tra parentesi, pag. 183]
-c.m.:“Il crimine e l'orrore esistono. C'è un'empatia con Bolaño ciò facciamo è sommergersi nelle radici del male. Questa percezione del male che cìè nel romanzo 2666 è la stessa che io cercavo nella guerra civile salvadoregna. E succede lo stesso in Messico....il terrore è una paura che senti nell'atmosfera che fa sì che l'aria della strada sia quasi solida, come se fosse congelato. Questo si è sentito in El Salvador del 1980, nella Bagdad del 2003 e adesso in Ciudad Juarez. C'e' un materiale cattivo, misterioso, orribile.
-Credi come il filosofo Thomas Hobbes che “l'uomo è un lupo per l'uomo”, siamo fottutamente cattivi dalla nascita o la solitudine ci corrompe?
-c.m.: C'è un mondo invisibile per il bene e per il male. Son oagnostico, però credo che ci sono forze e leggi che non captano il nostro apparato psichico bè quell opercettivo. La profondità del male come la profondità del bene sono insondabili. Parto dal principio che in ogni essere umano esistono tutte le potenzialità...ognuno può essere il più sanguinario e canaglia così come il piuì buono. la letteratura ti permette avvicinarti a questa scala di livelli disinti, scandagliare quanto cattivo e sanguinario puoi arrivare ad essere. Torniamo ai classici e ai tre grandi elemnti del dionisiaco: il sangue, l'ubriacatura ed il sesso si ripetono in diversi tempi storici. Non è gratuito che dopo la prima ubriacatura un ragazzo vomiti. Fino a che non vomiti non sai cos'è l'ubriacatura. La prima volta che ammazzi vomiti...chissa che no nsia così con il sesso, ma ci sono energie che semplicemente non afferriamo
- Come sai che si vomita dopo aver ammazzato?
-c.m.: Per le mie letture e peraver parlato con gente che ha ucciso, gente che non è preparata per uccidere, gente come te e come me che lo fa perchè entra in una forza collettiva, in un'energia. Ho voluto riprodurre letterariamente il moment della risacca immediata dopo il primo crimine... per questo è tanto difficile comprendere il male, perchè uccidere dà piacere e non solo agli assassini seriali. Quando una società si corrompe e perde tutto il suo universo etico, resta indifesa come parte della socità salvadoregna, messicana o guatamalteca dove cìè gente a cui da tanto piacere uccidere come fare l'amore e lo fa con la stessa ansietà.
IL SEGRETO DEL MALE
Bolaño scrisse parole di elogio per Ccastellanos Moya. E sappiamo che non era solito essere tenero. Del salvadoreño disse che "è malinconico scrive come se vivesse in fondo a un odei tanti vulcani del suo paese" [ Tra parentesi, pag 183]. E anche in questa relazione ci sono ponti invisibili e sincronie segrete.
Quando Bolaño partì per il Cile nel ’73 l'unico luogo che menziona è El Salvador, dove rimase in casa di un uomo che diventò in futuro un buon amico di Horacio, e quando Castellanos Moya andò a vivere in Messico negli anni '80 divento amico di alcun idegli infrarealisti che a quell'epoca si guagnavano la vita in cose di cultura.
Quando Bolaño partì per il Cile nel ’73 l'unico luogo che menziona è El Salvador, dove rimase in casa di un uomo che diventò in futuro un buon amico di Horacio, e quando Castellanos Moya andò a vivere in Messico negli anni '80 divento amico di alcun idegli infrarealisti che a quell'epoca si guagnavano la vita in cose di cultura.
-c.m.:“mai parlammo di Bolaño, lui se n'era andato e l oavevano dimenticato e oggi gli infra hanno persoino la loro pagina web....."
dice Horacio sorridendo mentre il fotografo fa il suo lavoro. Nel 2000 Castellanos Moya era capo infromazione di un giornale in Messico e cadde nelle sue mani I detective selvaggi. Stava coordinando le elezioni (sarebbe stato eletto Vicente Fox) e non aveva tempo per niente. arrivava al giornale alle 10.30 am e se ne andava alle 2 del mattino
-c.m.:“ Invece di di fare zapping per calmare l'ansia, cominciai a leggerlo e restai meravigliato,osservavo le connessioni, scoprivo le voci narrative e il segreto di quella prosa: un'enorme forza e convinzione narrativa..."
ricorda.
Poi cominciarono a tenersi in contatto per email e Horacio gli inviò tramite un'assistente tutto ciò che c'era su internet riguardo Ciudad Juárez, e gli manò anche i suoi libri. avevo tutto quel mondo invisibile e Bolaño scrisse l'articolo elogiativo per un piccolo periodico di Gerona. Dopo Castellanos lo invitó in México, però per il cileno tornare al DF era “come tornare all'infierno”.
-c.m.:“Trascorremmo un pomeriggio conversando nella sua casa di Blanes y no smettemmo di parlare… soprattutto lui, era un tipo con molta intensità, dopo perdemmo i contatti, negli ultim itempi un traduttore icomune in francese mi informò della sua malattia, fu lui che m ichiamò per dirmi che era morto, fu triste...."
dice Castellanos guardando fisso come un pugile al centro del quadrilatero.
-c.m.:“ c'e' gente che si dice che morì giovane, ma io credo che appartenga a quella stirpe di scrittori arrivano non più di lì. Balzac e Proust morirono a 50 anni. Sono uomini che hanno un orologio interno che cammina in un altro modo Proust si ricnhiude e finisce i 5 tomi di "Alla ricerca del tempo perduto" e Bolaño morì scrivendo i cinque libri di "2666". Sentirono l'invocazione della morte, sentirono la morte dentro dicendo, "me ne vado lì...dai coglione"
aggiunge
- Cosa pensi della sua opera póstuma y del successo globale che ha raggiunto?
-c.m.: La sua opera póstuma non l'ho letta, quindi non ho nulla da dire e il suo successo mi pare stupendo, soprattutto per i suoi figli. Mi sembra positivo anche perchè ha aperto in certi mercato gli occhi verso la letteratura latinoamericana. I criteri e le virtù con cui si fanno queste celebrazioni non sono necessariamente i miei, per me Bolaño è uno che sta avnati, è la guida di una squadra di genieri suicidi, è la testa di un'avanguarda che va avanti distruggendo i ponti del nemico, era la guida di una squadra di pazzi che cercavano sempre di andare più in là. Negli USA lo si vende come postbeatnik, ma credo che lui se la riderebbe di questa etichetta
GIORNALISTI MORTI
E' entrato nel giornalismo per necessità. Non ha studiato e fortuitamente si è trovato a lavorare con agenzie e periodici. Così si è guadagnato la vita fino al 2004 quando lasciò questo lavoro. E' stato editore politico di un giornale, ha diretto un settimanale in El Salvador e in Messico ha lavorato in molti posti ed è stato testimone in prima fila di scene come quella che apre questa intervista.
-c.m.:“La violenza che si esercita contro il giornalismo ha altre caratteristiche di quelle che abbiamo conosciuto negli anni '80, è una violenza politica esercitata da coloro che controllano il potere politico attraverso il narcotraffico. Ora il giornalista non lo si uccide per le sue opinioni o per essere comunista, l osi uccide per ciò che scopre. Se l'essenza di un giornalista è investigare, allora va a urtare contro situazioni che molestano tutti i poteri incrostati nello Stato. Oggi è molto più pericoloso fare giornalismo. Tu stai facendo un lavoro e all'improvviso ti trovi in mezzo a qualcosa per cui ti assassinano".
dice aggrottando le ciglia. Poco tempo fà Castellanos Moya ha letto in un giornale messicano l'esperienza di un giornalista che raccontava le sue difficoltà. Il giornalista aveva pubblicato un articolo dove denunciava un cartell odella droga e il cartello nemico penò di essere appoggiato dal giornalista. allora l ochiamarono per dirgli che avevano qualcosa per lui "una decina di migliaia di dollare per trasferire il figlio da una scuola pubblica dove studia ad una privata".
Il giornalista cambiò numero ma il telefono continuò a squillare.
“O prendi i dollari o sei contro di noi...e se stai contro di noi, muori coglione, ammazziamo te, i tuoi figli e i tuoi genitori" gli dissero
-c.m.:“Che cosa puoi fare.... è una situazione tremenda perchè lo Stato ha smesso di difendere i suoi cittadini e non può assolvere al suo ruolo principale perchè è disarticolato in capi di polizia e giudici che lavorano per i narcos. Se vuoi cercare la verità come giornalista, non sono i posti migliori perchè ti ammazzano"
INTERESSE E SOPRAVVIVENZA
Horacio non ricade nel vizio di leggere Rilke, Pavese nè Dostoievski.
-c.m.:“loro mi hanno portato a questo e 20 anni dopo non torni a leggere Henry Miller”, dice.
-c.m.:“Siccome sono un nomade il problema della biblioteca è quasi grave. prima lasciavo in deposito i libri ora li regalo alle biblioteche. Mi arrangio con uno stock mobile"
confessa e nella sua letteratura non possono mancare “Las sette tragedie” di Sofocle insieme ai suoipreferitti Cioran e Cannetti,tra gli altri. Il suo prim ogrande poeta è Withman ma non lo porta con sè. L'unico "pueta" che si è portato è il fucilato García Lorca.
-Nei tuoi libri si da il caso di guerriglieri di sinistra che oggi sono dirigenti di banche, è tutto un fenomeno delle elites latinoamericane....
-c.m.:Le ideologíe che ci sembravano il vertice del XX secolo oggi sono moneta di scambio. Le cambi e non succede nulla. Onetti diceva "i figli di puttana si trovano in tutte le bande" E vediamo tipi che da ideologhi di sinistra diventano ideologhi di destra senza problema, e non succede solamente in Latinoamerica. Stavo leggendo l'autobiografia di Christopher Hitchens , che è il miglior esempio di questo travaso. uno di sinistra trotskista del '68 che si converte un un seguace di George Bush y Dick Cheney. la Guerra Fredda e i principi del XX secolo furono marcati dall'ideologia ed oggi le ideologie sono liquide. La gente si muove solo per interesse quali sono i valori? Come non puoi non avere un paese disarticolato se l'elite è disarticolata! l'ideologia è un privilegio della elite.... la truppa, "la raza" come dicono in Messico del popolo semplice, fa le cose per sopravvivenza. Nel libro ‘El arma en el hombre’ [Horacio castellanos Moya 2001] un tipo fa tutta la guerra civile e poi quando finisce non ha lavoro. allora si trasforma in criminale e non che sia cattivo, non sa cosa fare, dopo aver combattuto per 10 anni che fa...non va ad aprire la porta di un hotel"
dice Horacio muovendo le labbra in direzione del congegno che riceve gli ospiti
aggiunge e il congegno sorride come se l oavesse ascoltato
Nel 1997, Castellanos Moya puBblicó un piccolo romanzo intitolato El asco [La paura] . Moya, il protagonista, torna dall'esilio perchè è morta sua madre, e si mette a parlare con un amico. In questa conversazione Moya ripassa, con il suo tono rabbioso e irónico, la storia ultima di El Salvador. E non risparmia niente e nessuno. Dalla política fino alla música tutto viene son criticato, e ciò non fece molto piacere a certa gente importante del paese. Di fatto, Roberto Bolaño disse che una delle maggiori virtù del libro è che è insopportabile per i nazionalisti. E fu così, perchè dopo arrivarono le minaccie di morte e Castellanos Moya dovette fuggire da El Salvador.Ora, quando ricorda, gli pare anacronistico tutto quello che causò il libro.
"Diciamo che le forze oscurantiste della società hanno scoperto che la finzione non è tanto importante, per questo è così strano ciò che è successo con il romanzo. Ora si uccidono i giornalisti" afferma [tratto da Castellanos Moya: "Siempre cargaré con la violencia"]
.Nella stessa intervsita Moya dichiara:
"Credo che a quelli che ci toccò formarci in Latinoamerica quando c'era molta violenza per strada, molta polarizzazione politica, questo tipo di impressione e diambiente ci ha marcato per sempre. Nel mio caso ciò che mi ha segnato è stato il terrore, quello che si è vissuto all'inizio della guerra civile in El Salvador megl ianni '80. I massacri, i cadaveri buttati per strada. Io sempre lotterò contro la violenza e non importa dove i osia, scrivo sempre di questo[....]
Lo humor, in realtà, non è un artificio letterario o qualcosa a cui faccio ricorso per scrivere la mia letteratura, ma è qualcosa di profondamente legayo alla cultura cui appartengo. Lo humor è una forma di resistenza. Ridi della morte o ti deprimi, perchè lì non ci sono molte vie di mezzo. Roque Dalton diceva che il suo gran problema nella vita era che non poteva smettere di ridersela. Sicuramente ciò contribuì alla sua morte, un tipo che si burlava di tutto."
sarebbe ora che gli editori nostrani si decidessero a tradurre Horacio Castellanos Moya !!!!!
Nessun commento:
Posta un commento