Breve introduzione a 2 6 6 6
le cinque parti del romanzo
Le cinque grandi narrazioni (che a loro volta contengono altre narrazioni di personaggi micro e macrocosmi che all'improvviso scompaiono per poi a volte riaffiorare in altre "parti") così vengono descritte dal critico Víctor Barrera Enderle:
" è la biografia di una misurata e moderna passione letteraria. Quattro critici letterari di fine secolo, uno francese (Jean Claude Pelletier), l'altro spagnolo (Manuel Espinoza), l'altro ancora italiano (Piero Morini) e una crítica inglese ( Liz Norton), condividono un'ossessione: il misterioso scrittore tedesco Benno von Arcimboldi. Poco si sa di questo autore, salvo la sua nazionalità, la sua data di nascita (1920), e una certezza: la sua prosa è la più significativa della narrativa tedesca del dopoguerra (questo spazio fantasmatico, forgiato tra le macerie della follia nazista e una ferrea volontà di oblio). Il quartetto, cimentato, per di piu' da un triangolo amoroso e dalla presenza misteriosa di Morini, è la evrsione metropolitana dei detective selvaggi del romanzo omonimo di Bolano, però senza il "selvaggio": a differenza di Ulisses Lima e arturo Belano, che cercano visceralmente la loro scrittrice, Cesárea Tinajero (una Arcimboldi latinoamericana), senza distinguere in modo razionale la differenza tra realtà e letteratura, i quattro critici europei si destreggiano all'interno della dinamica delle accademie del primo mondo: congressi specializzati, dipartimenti di letteratura tedesca, viaggi di investigazione e una ricerca senza esito: desiderano incontrare Arcimboldi e collocarlo nel piedistallo che merita. Una pista sospetta li porta a Santa Teresa, neld eserto del Sonora (luogo, dove muovono i loro passi "i detective selvaggi" alla ricerca di Tinajero), nel Nord del Messico: immaginaria città di frontiera e industriale, luogo di un'orrenda serie di assassinii di donne: Trasmutazione letteraria di Ciudad Juárez , Chihuahua (in realtà Bolaño ha sopstato questa città di alcuni chilometri verso Ovest, interrandola ancor di pià nell deserto e la desolazione"
La parte di Amalfitano
"Ma, che ci fa uno scrittore come Arcimboldi - ormai anziano - in un luogo come quello? Le ricerche dei critici li mettono in contatto con amalfitano, un ex esiliato cileno, ora professore nell'università di Santa Teresa. Amalfitano aveva tradotto Arcimboldi durante il suo esislio in Argentina. Dei singolari percorsi della sua vita, della relazione con il mondo e con sua figlai Rosa tratta la seconda parte. Una grande parte del disincanto dell'intellettualità latinoamericana della seconda metà del secolo XX (quella che ha subito colpi di stato, tortura, esilio, annichilimento degli ideali e tant ialtri eventi dolorosi etc.) si riflette nell'inappetenza del professore cileno."
La parte di Fate
"E' un impressionante narrazione dei margini, delle disgrazie e miserie che uniscono e dividono la fronteira Messico-Nordamericana. E' incentrato su Oscar fate, un giornalista nero di New York, specializzato in faccende politiche concerneti la comunità afroamericana, che, per cuase di forza maggiore, si trobva nelal necessità di dover coprire la cronaca di un incontro di boxe a Santa Teresa: tanto Fate coem i critici metropolitani e amalfitano si scontrano all'improvviso con la realtà: la catena di morti; le ragazze che muoiono instancabilmente di fronte all'indifferenza delle istituzioni e della gente. Il viaggio li cambia, li scuotee li disillusiona nel peggior significato che questa parola può avere: è il colpo di grazia all'epoca attuale, il suo segno ed emblema."
La parte dei delitti
"E' un insolita e sorprendente forma di esercizio letterario. La creazione rivela la sua fase occulta, la sua pulsione di morte. Già Bolaño aveva dato un incredibile anticipazione di questa prospettiva narrativa nel suo saggio breve "Letteratura + malattia = malattia" ("Literatura + enfermedad = enfermedad"). Qui un interminabile sfilata di donen anonime recupera la sua identità (vera o falsa, poco importa) e torna a morire, però questa volta in modo personale (coem avrebbero voluto Rilke y Villaurrutia, poeti nostalgici della relazione pre-moderna tra il mondo e gli uomini): la morte è la più straordinaria forza vitale e per ciò stesso, è insopportabile. Però è anche la sfilata del medesimo assassinio: la donna, esclusa dalla società, senza diritti lavorativi, senza identità sociale, è morta una e una volta ancora. Loro sono le morte della globalizzazione, quelle che segnano la liena di demarcazione tra il primo e il terzo mondo. Il colpevole? La corruzione ?, la disiguaglainza?. il maschilismo? l'emarginazione?, la xenofobia? Ciò che rimane: un immenso abisso, una forza sinistra che sembra muovere la storia dell'umanità. Dietro le morte di Santa Teresa sembrano nascondersi i misteri più oscuri del mondo: le infinite morti accadute ai margini della storia: i massacri delel conquiste, le mattanze di schiavi, gli olocausti. Davanti a quei morti la logica razionale si perde, si confonde e, nel frattempo, l'abisso continua a crescere."
La parte di Arcimboldi
" La quinta parte si riferisce ad Arcimboldi e, per molti versi, è la storia che tanto affannosamente cercano di ricostruire i critici metropolitani. È il racconto della sua morte come tedesco tra le due guerre e della sua resurrezione come scrittore fantasma in un mondo in rovina. È anche la parte che finisce per ricongiungere (apertamente, sia chiaro) le altre parti tra loro. La biografia di un oscrittore che si incammina verso l'abisso. "
Víctor Barrera Enderle "2666" o la escritura que continúa"
Archivio Bolaño
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