javier Cercas - El País Semanal - 5/04/2009
Ricordo molte cose di Bolaño, perché gli ho voluto molto bene e, se non mi inganno, l'affetto fu reciproco. Ricordo il primo giorno che lo vidi, senza sapere che fosse lui, e anche l'ultimo, senza sapere che sarebbe stato l'ultimo. ricordo conversazioni telefoniche che duravano letteralmente ore e ore.
Ricordo che alla fine di una delle tante (telefonate), verso l'alba ormai avanzata, dopo aver riattaccato perchè eravamo sfiniti, con le mani indolenzite a forza di impugnare la cornetta, mi chiamo di nuovo per dirmi spaventato che l'ETA aveva appena ammazzato Ernest Lluch. Ricordo il pomeriggio che mi disse, a casa sua, che era ammalato, e ricordo anche che non amava parlare della cosa con nessuno , salvo forse, e che io sappia, con mia sorella, che aveva una malattia simile alla sua.
Ricordo le grida di allegria al telefono il giorno che mi chiamò per dirmi che I detective selvaggi aveva ottenuto il premio Rómulo Gallegos. Ricordo che una notte mi chiamò, entusiasta, per leggermi al telefono la prima recensione di Soldati di Salamina.
Ricordo tutte le persone che si burlavano della sua opera o lo disprezzavano, o lo ignoravano e che ora scrivono di lui come se fossero stati amici intimi. Ricordo un'infinità di altre cose, però ciò che ricordo soprattutto sono i suoi libri. E' l'unica cosa che conta in definitiva, perche tutto Bolaño è nei suoi libri. Il resto è letteratura e, superfluo dirlo, della peggiore.
[Javier Cercas ]
Un fantasma si aggira nel piccolo mondo letterario ispano. Il fantasma è una domanda. La domanda è a cosa è dovuto il successo postumo di Roberto Bolaño negli Stati Uniti (e dappertutto). Si tratta di un successo colossale, di cui ci giungono periodicamente notizie. La ultima per ora è che 2666 - il romanzo postumo di bolaño - ha ottenuto nel marzo 2009 il premio per il migliore romanzo pubblicato nel 2008, che conferisce il circolo Nazionale dei Critici Letterari degli Stati Uniti, dopo aver raccolto critiche immigliorabili ed essersi convertito in un autentico best seller, tutte cose straordinarie in un paese blindato rispetto alla letteratura straniera.
Le risposte alla domanda fantasmatica sono naturalmente molto varie. Ho letto che il successo nordamericano di Bolaño si deve alla sua morte prematura e al fatto che si abbia costruito intorno a lui una leggenda maledetta ed in parte falsa di perseguitato politico, emarginato delle lettere e schiavo dell'eroina. Ho letto che il successo nordamericano di Bolaño si deve al fatto che in qualche modo Bolaño era uno scrittore nordamericano, i suoi modelli letterari sono nordamericani e la sua prosa funziona meglio in inglese che in spagnolo. Ho letto che il successo nordamericano si deve al fatto che ha incontrato un grande editore nordamericano che ha saputo usare tutte queste cose per convertire Bolaño in un grande successo nordamericano. Ho letto molte altre risposte, ma mi danno tutte l'imbarazzante sensazione che siano state pensate non solo per sminuire il merito del successo di Bolaño, il che in fin dei conti non avrebbe nessuna importanza, ma bensì per sminuire il merito dell'opera di Bolaño, il che sì ne avrebbe. Confesso che non riesco a comprenderle. Ci sono molti scrittori che sono morti prematuramente, circondati da una leggenda più o meno maledetta che non hanno mai ottenuto il successo di Bolaño, nè è probabile che lo raggiungano. Ci sono molti scrittori che in un certo modo sono scrittori nordamericani perchè i loro modelli letterari sono nordamericani e che non hanno mai raggiunto il successo di Bolaño, nè è probabile che lo raggiungeranno mai ( l'idea che Bolaño funziona meglio in inglese che in castellano me lo dovranno spiegare meglio, perché detta così per la verità fa un po’ ridere).
Le risposte alla domanda fantasmatica sono naturalmente molto varie. Ho letto che il successo nordamericano di Bolaño si deve alla sua morte prematura e al fatto che si abbia costruito intorno a lui una leggenda maledetta ed in parte falsa di perseguitato politico, emarginato delle lettere e schiavo dell'eroina. Ho letto che il successo nordamericano di Bolaño si deve al fatto che in qualche modo Bolaño era uno scrittore nordamericano, i suoi modelli letterari sono nordamericani e la sua prosa funziona meglio in inglese che in spagnolo. Ho letto che il successo nordamericano si deve al fatto che ha incontrato un grande editore nordamericano che ha saputo usare tutte queste cose per convertire Bolaño in un grande successo nordamericano. Ho letto molte altre risposte, ma mi danno tutte l'imbarazzante sensazione che siano state pensate non solo per sminuire il merito del successo di Bolaño, il che in fin dei conti non avrebbe nessuna importanza, ma bensì per sminuire il merito dell'opera di Bolaño, il che sì ne avrebbe. Confesso che non riesco a comprenderle. Ci sono molti scrittori che sono morti prematuramente, circondati da una leggenda più o meno maledetta che non hanno mai ottenuto il successo di Bolaño, nè è probabile che lo raggiungano. Ci sono molti scrittori che in un certo modo sono scrittori nordamericani perchè i loro modelli letterari sono nordamericani e che non hanno mai raggiunto il successo di Bolaño, nè è probabile che lo raggiungeranno mai ( l'idea che Bolaño funziona meglio in inglese che in castellano me lo dovranno spiegare meglio, perché detta così per la verità fa un po’ ridere).
fatemi caso: buttate ora stesso questo articolo nel cestino, correte alla libreria più vicina rompete la vetrina e, dopo aver pagato religiosamente libro e vetrina dedicate i prossimi giorni alla sua lettura.
In quanto al suo editore nordamericano, nessuno dubita che stia facendo molto bene il suo lavoro, però ' allo stesso modo fece molto bene il suo editore spagnolo, e in ogni caso, anche se l'editore americano abbia dato molto a Bolaño, è impossibile che gli abbia dato più di quello che gli diede l'editore spagnolo, ovvero la cosa piu' importante che almeno in determinati momenti può dare un editore a uno scrittore: fiducia in se stesso, una fiducia che - mi pare che non mi sbaglio - fino ad allora Bolaño non aveva avuto.
In realtà la domanda fantasmatica è, credo, una domanda mal posta; la domanda legittima è forse un'altra. Do per certo che tutti voi avete già letto Bolaño; se non lo avete letto, per una volta - senza che valga come precedente - fatemi caso: buttate ora stesso questo articolo nel cestino, correte alla libreria più vicina rompete la vetrina e, dopo aver pagato religiosamente libro e vetrina dedicate i prossimi giorni alla sua lettura.
In realtà la domanda fantasmatica è, credo, una domanda mal posta; la domanda legittima è forse un'altra. Do per certo che tutti voi avete già letto Bolaño; se non lo avete letto, per una volta - senza che valga come precedente - fatemi caso: buttate ora stesso questo articolo nel cestino, correte alla libreria più vicina rompete la vetrina e, dopo aver pagato religiosamente libro e vetrina dedicate i prossimi giorni alla sua lettura.
Allora sarete d'accordo con me che, forse, la domanda vera non è perché Bolaño ha avuto successo dopo la morte, ma perchè non l'ha avuto quando era vivo. Sicuramente, 2666 - l'opera postuma che lo ha consacrato negl i Stati Uniti, e dappertutto - è un romanzo eccezionale, ma sono anche eccezionali I detective selvaggi, Stella distante e La latteratura nazista in America e i suoi libri di racconti e tutto o quasi tutto ciò che ha scritto a partire dal momento in cui si convertì in una macchina onnivora che morde la realtà per convertirla in gran letteratura. Alcuni di noi non si stancavamo mai di ripeterlo - ciò, a onor del vero non ha alcun merito: per avere la sensazione che Bolaño fosse grande bastava leggerlo -, ma non servì a molto e anche se alla fine della sua vita godeva di un forte prestigio minoritario, di certo i proventi dei libri non gli consentirono mai di condurre una vita al di sopra della sussitenza. Questo a volte mi pare triste; mento; mi pare una tremenda puttanata. Ma mi pare solo a tratti. Perchè la realtà è che Bolaño ha conosciuto in vita un successo assoluto. Voglio dire che la domanda fantasmatica è una domanda sbagliata e che la domanda che a prima vista appare legittima è anch'essa sbagliata.
Qualsiasi vero scrittore sa che il successo e il fallimento (o ciò che si è soliti chiamare successo e fallimento) sono dei miraggi: prova ne sia il fatto che lo ottengano scrittori ottimi, scrittori buoni, scrittori ordinari, cattivi scrittori e scrittori pessimi; o che, detto in altri termini: qualsiasi vero scrittore lo sa davvero cosa sono il successo e il fallimento.
Cyril Connolly scrisse che "la vera missione di uno scrittore è creare un capolavoro ". Ci sono pochissimi scrittori che riescono a crearlo; secondo la mia opinione, Bolaño fu uno di loro: sperimentò l'intensità incomparabile di scrivere non un solo capolavoro ma più di uno. Nessuno che io abbia conosciuto sapeva meglio di Bolaño che per uno scrittore non c'e' nessun successo che possa lontanamente essere comparato ad un capolavoro.
Cyril Connolly scrisse che "la vera missione di uno scrittore è creare un capolavoro ". Ci sono pochissimi scrittori che riescono a crearlo; secondo la mia opinione, Bolaño fu uno di loro: sperimentò l'intensità incomparabile di scrivere non un solo capolavoro ma più di uno. Nessuno che io abbia conosciuto sapeva meglio di Bolaño che per uno scrittore non c'e' nessun successo che possa lontanamente essere comparato ad un capolavoro.
NOTE
Javer Cercas e' stato un grande amico di Bolaño oltre che estimatore della sua opera. Nel suo romanzo "I soldati di Salaminac'e' un personaggio che interpreta il ruolo dello scrittore Roberto Bolaño amico dell'io narrante (che a sua volta che interpreta il ruolo dello scrittore javier Cercas ).
Javier Cercas (wikipedia) nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres, in Spagna, è uno scrittore e, dal 1989, docente di letteratura spagnola presso l'Università di Girona, in Spagna. Collabora a El País ed è stato un grande amico di Bolaño. In Italia ha pubblicato:
bibliografia di Javier cercas Javier Cercas (wikipedia) nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres, in Spagna, è uno scrittore e, dal 1989, docente di letteratura spagnola presso l'Università di Girona, in Spagna. Collabora a El País ed è stato un grande amico di Bolaño. In Italia ha pubblicato:
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