domenica 27 giugno 2010

Intervista a Elmer Mendoza

    David Vilar -  Tribuna latina -11 febbraio 2010




Los narcocorridos han sustituido a los mariachis como representación musical mexicana”

Barcelona, 11 di febbraio de 2010. Casa Amèrica Catalunya organizza il ciclo 'Narcocultura' con quattro sessioni che cominceranno l'11 di febbraio con una conferenza dello scrittore messicano Élmer Mendoza (Culiacán, 1949), i cui romanzi sono un punto di riferimento della letteratura spagnola, di fatto, sul mondo dei narcotrafficanti. 'Un asesino solitario', 'El amante de Janis Joplin' o 'Proiettili d'argento', che ha vinto il premio  Tusquets de Novela 2007 registrano e  illustrano l'immaginario creato dalla narcocultura. Mendoza,  il cui ultimo romanzo pubblicato è  che, una volta depurato 'Firmando en un kleenex' (2009), è cattedratico nella Universidad Autónoma de Sinaloa, nel Nord del Messico. 

In cosa consiste la narcocultura?
Si spiega meglio attarverso esempi che con la logica. In Sudamerica il narcotraffico è uno dei modi più concreti per vivere con i soldi. Non possiamo dire che sive bene, perchè è una vita piena di tensioni, però quantomeno hai i soldi o hai l'opzione di acquisirlo quando ti viene voglia. E ciò ha generato una serie di concetti e naturalmente una serie di manifestazioni che è ciò che chiamiamo la narcocultura. Per esempio, lo stile di vita. Noi messicani usiamo dire che la vita non vale niente, però i narcos hanno una frase sensazionale che dice "'vale di più vivere cinque anni come re che cinquanta come 'guey'", dove 'guey' è il simbolo del lavoro inesplicabile. Anche la temerarietà, il fatto di non temere la morte, ha generato una serie di sicari in paesi come Colombia e Messico ora. Molte volte non ci sono spiegazioni più profonde.

Questi sicari sono protagonisti di un buon numero di film....
Riguardo a manifestazioni meno violente e più dolci, c'e' il cinema, che è un cinema molto particolare, un 'cinema express', che ha un mercato specifico che è molto curioso, perchè è un mercato nazionalista. I clienti sono gli immigrati, che voglion osempre sapere cosa succede nel loro paese e sono sempre avidi di idoli. Specialmente ora che non abbiamo grandi personaggi nella boxe o nello sport o nella nostra selezione, allora restano questi altri tipi, questi altri fronti che si possono ammirare. E perciò questo cinema è tanto popolare.

In quali altre manifestazioni vediamo rappresentata la narcocultura ?
C'é la musica, dove i narcocorridos hanno sotituito la musica dei  'mariachis' come rappresentazione nazionale. Per 'Los tigres del Norte" [gruppo musicale di narcocorridos] si parla di 'tigrisacion' della musica popolare messicana. C'è anche una corrente molto forte nell'arte plastica, nella danza e anche nella letteratura. E questo è gia un lavoro sulle emozioni. Soprattutto nelle arti plastiche, dove si distinguono le donne, soprattutto  Teresa Margolles y Rosy Roura, che fanno un lavoro che disapprova la violenza, gli omicidi...E' un lavoro molto scarno, molto aggressivo, più che nella letteratura, perchè nella letteratura non finiamo di raccontare ciò che succede. Dal mio punto di vista personale, cerco di liberare i miei testi dal peso morale, che siano i lettori a trarre le loro proprie conclusioni. Però le artiste plastiche, no. Perfino nella danza c'e' più intenzione di aggredire la realtà, di intervenire in quelgli strumenti politici che potrebbero in un momento dato, risolvere questo problema.

Nei dibattiti o forum, sarà emerso alla luce l'incongruente che può sembrare, in un dato momento, associare droga e cultura........
Si però è un problema. In qualche modo, i delincuenti sono sempre stati lì. I pirati hanno sempre contribuito alla costruzione di monumenti che si conservano. Pensiamo quello che hanno apportato i pirati inglesi alla Corona....Sono sempre stati lì. e si producono sempre queste mescole e forse ciò che distingue ora il narco è una mescola fortunata. IL narco è stato circondato da un'atmosfera di ipocrisia. Possiamo domandare ai tossicodipendenti di qui se sanno da dove viene ciò che consumano. Forse hanno un'idea, forse no, però noi ciò rappresentiamo è questa parte. Io ora ho continuato a insistere che bisogna fare attenzione ai tossicodipendenti, perchè se in realtà è una malattia allora il problema è molto più grave quando si parla di fermare il traffico o si fà  quella critica scarna. Però quando dico questo usano dirmi che sono un romantico. Sono delinquenti, è vero, le loro attività sono fuorilegge, ed è un dibattito che non finisce mai. Però succede a tutti i livelli. Però il grammo di cocaina a Phoenix continua a costare lo stesso, malgrado tutte le guerre e morti che restano nel cammino, il che significa stabilità del mercato. Sta morendo gente però il traffico non ha perso la sua forza. Perfino dalle ultime informazioni che dispongo il centro di distribuzione negli Stati Uniti  si è spostato da Miami a Phoenix. E dicono che non si spiegano il perchè. La spiegazione è che le rotte del Caribe sono state contrastate severamente, e non così quelle del pacifico, le rotte di terra. E siccome è un mercato immenso, intorno a 400.000 milioni di dollari, beh è qualcosa che non si può fermare tanto facilmente.

Per poter parlare del mondo dei narcos come lo fa lei, e per come plasma i suoi romanzi, deve averlo vissuto dal di dentro...E' normale in Messico assistere ad un atto sociale e imbattersi con narcos, o 'narquillos', che sono già pubblicamente conosciuti?
Non potremo mai dire che è normale, però succede. E non è per niente comodo. Però è anche vero che la maggioranza dei messicani potranno essere corrotti, ma non narcos [risa]. Si metterebbero d'accordo per un multa, etc.. però essere narco è un altro livello. Gli stessi narcos non permettono che chiunque entri nel giro. E da li viene fuori il discorso dei territori, delle bande e dei loro sistemi di accettazione delle persone. Però si sono lì, e li incontri sempre inaspettatamente, anche se sempre ti aspetti che possa succedere. E non è per niente comodo, perchè l'altra parte della società vuole fare la sua vita, avere le sue feste, andare a cenare e farlo pacificamente. E ogni volta che appare uno di questi personaggi, c'e' la possibilità che ciò si converta in una ecatombe [risa]

In Messico la corruzione istituzionale e politica è moneta corrente. Come si può sanare una situazione come questa? O   bisogna accettare la condizione umana?
Beh io credo di no. Se accettiamo la corruzione come condizione umana, non la saneremo mai. Mai. E' un problema molto complicato da spiegare. Ogni volta che si discute gli esperti parlano di processi di molti anni, di centinaia di anni per risolvere un problema visto come genetico. Quando la Spagna ci governava, era la Nuova Spagna, eravamo pieni di atti di corruzione. Gli indigeni che stavano cercando di imparare tutto, sicuramente non avevano problemi. E il fatto dell'imposizione della religione cristiana ha molto a che fare con la corruzione, perchè parlare di una Trinità, di un uomo che muore però poi non muore...Può sembrare surrealista, però credo che ci sia un livello di corruzione, più lieve, più mitigato, più poetico, se si vuole, ma sta tutto lì. La questione della corruzione emerge ogni volta che ti confronti con il discorso ufficiale sulla realtà e ogni volta non puoi pensare ad un'altra cosa. I politici possono dire qualsiasi cosa, e lo dicono molto bene,  ma la realtà è molto diversa. Dicono che c'e' occupazione, però vedi la gente negli angoli vendendo verdure... Di cosa stanno parlando? Quanto si è svalutato il potere d'acquisto, l'inflazione....e sembra che vivano in un altro Messico. Permettere l'esistenza di questi due Messico, o parlare di un Messico che non esiste, beh, non è niente più che corruzione. per non parlare delle bande organizzate.....

E' mai riuscito a terminare il Don Chisciotte?
Quando ero bambino, la prima volta, lessi 14 capitoli. Però il libro sparì. Arrivò un giorno, cominciai a leggerlo, andavo a leggerlo a casa....E così come apparve un giorno, scomparirì.

E' stato incluso nella lista dei 50 migliori scrittori in lingua spagnola...essendo messicano, Si sarebbe potuto inserire in una lista in inglese?
Non potrei perchè non lo domino, però sono scritture nella in cui posso esprimere ciò che sento, ciò che immagino, e mentalmente ciò che penso in una lingua che mi è molto cara, che è emozionalmente sufficiente per esprimere tutta quella gamma di sensazioni, di sentimenti, di dualità, etc. Potrei farlo in inglese come esperimento...Non è come lo spagnolo, che è come una barca dove ho tutti i remi, non importa se si muove, se ci sono tempeste... io ho i miei remi!

Lo spagnolo che si parla in Spagna è differente da quello che si parla in Latinoamérica, e di fatto in messico, Come lei bene illustra, la narcocultura ha incorporato una serie di termini come 'güey',  nel suo gergo…  Un'accademia ha la potestà reale di accettare nuovi termini?
L'Accademia è importante in quanto spazio di regolazione. Bisogna rispettarlo e sta lì. Pero questa è anche una discussione molto antica, ci sono molte leggende urbane al riguardo, tutte molto belle......Tra alcuni autori spagnoli e altri di Amarica Latina e alcuni degli USA, che scrivono in spagnolo, stiamo tendendo più all'unità che alla separazione. E a spiegarci il fenomeno del linguaggio popolare. Perchè alla fine io credo che non è molto grave. Possiamo accetare alcuni vocabili del gergo, però non tanto, perchè nel caso concreto del mondo narco i vocabili si riciclano molto rapidamente, perchè è necesario per il tipo di attività. E questo succede in tutti i posti del mondo. Quando Arturo Perez-Reverte entrò nell'accademia pensai "abbiamo qualcuno interessante", riguardo il linguaggio popolare. Sono uno degli autori che sostiene il linguaggio popolare, mi incanta, e i miei editori possono dire che a volte è un eccesso, però alla fine possiamo  metterci d'accordo. c'e' una tendenza molto forte in Spagna che non teme il linguaggio popolare. Sono uno degli autori che sostengono il linguaggio popolare. La norma colta è buona, però capita che sia tanto buona che si scarnifica. E la lingua popolare anche se non ti rendi conto, ti avvicina sempre a un altro ambito. E si può convertire in un mistero all'interno del romanzo. Non è un mistero che ti respinge, piuttosto ti prende. Tutti i lettori hanno l'obbligo di proiettarsi in ciò che stanno leggendo...il pericolo del best seller e' proprio questo, che ti propinano tutto. E chi vuole tutto nella lettura, è perduto. Se la lettura vale qualcosa è per la sua capacità di stimolare la nostra curiosità e rafforzarci di fronte ai misteri che si presentano, incluse le espressioni che non appartengono agli auditori raffinati.

Che cos'ha Barcellona di narcocultura?
Non so...barcellona ti soprende, certo, la sua architettura, Gaudì, ed è una città impressionante. Direi che  inarcos hanno creato il loro ambiente. E in Latinoamérica i narcos hanno creato la loro architettura. Molto bizarra. Un sincretismo molto 'kitsch', misto di torri con finestre sporgenti, con balconi falsi, cristalli oscuri, piscine con cristalli per poter vedere le ragazze che si portano quando fanno il bagno, ovviamente i bunker e i tunnel...Hanno gusto per i colori forti..i narcos di qua, che sicuramente ci sono, devo aver creato qualcosa perchè pochi possono resistere a mostrare la loro personalità quando vengono da un mondo senza istruzione, che marca la loro condizione, sanno che trasgrediscono la legge e che quando li prenderanno pagheranno  di fronte alla polizia o ai loro nemici...decapitano, mutilano, mandano avvertimenti, teste avvolte in coperte.....Il narco medi degli USA, si nascoinde molto bene. Al capone lo presero per evasione fiscale, non per essere un trafficante. Sono molto accurati in tal senso. La violenza di Al Capone era scarna, usavano l'impermeabile grigio, che copiarono da Humphrey Bogart…  E in colombia, come in Messico, ranchos completi, con cavalli, con lo zoo, con tutte quelle cose strane....perchè questo modo di essere? di mostrare che che ci sono?




Nessun commento: