venerdì 4 giugno 2010

Cile, prima, durante e dopo Pinochet. - stella distante

Gianni Quilici - 26/10/2009


Cile, prima, durante e dopo Pinochet
Un io che racconta e al centro una figura misteriosa, indecifrabile, sfuggente, per certi versi affascinante, certamente abominevole: Carlo Wider dalle molti identità... “un poeta, un aviatore che scrive versi nel cielo, un killer di poeti, un torturatore, un fotografo surrealista delle vittime, poeta d'avanguardia e forse operatore-assassino di film hard core criminali...”
E' un romanzo che si legge con un po' di fatica. Non ha quella concentrazione nella concatenazione di fatti che ti porta via. L'io narrativo è uno dei protagonisti della storia, ma è soprattutto un cronista, che cerca di ricostruire gli avvenimenti: raccoglie testimonianze, resoconti, ma anche dicerie, storie che si raccontano, ma di cui non esistono prove.
Ma anche ciò che sembra certo è veramente avvenuto? Ed anche lo stesso Carlo Wider è personaggio reale oppure soltanto immaginato?
Ciò che interessa a Bolaño è rappresentare il clima di paura, di delazione, di orrore e di terrore che il Cile ha attraversato con Pinochet; ed anche il ruolo della letteratura e della poesia, in particolare d'avanguardia, utilizzata attraverso il gesto estetico, che nasconde i fatti (i contenuti) per esaltare i modi (la forma).
La forza del romanzo è nello stile che combina insieme la ferocia dei fatti (detti o lasciati presagire) con lo sguardo distaccato del cronista; un cronista che sa e non sa e per questo evidenzia con più efficacia il clima di oppressione, isolamento, incertezza, confusione, di impossibilità a verificare in cui si viveva durante la dittatura di Pinochet.
Ed è anche, infine, la situazione oggettiva dell'esiliato, dello scrittore stesso. Roberto Bolaño nasce, infatti, a Santiago del Cile nel 1953, partecipa alla resistenza dopo il colpo di stato di Pinochet, viene imprigionato, ma riesce a fuggire e, da allora, vivrà la vita raminga di tanti cileni costretti all'esilio, dapprima in Messico, più tardi in Spagna, precisamente in Catalogna, dove viveva la madre. Lì pratica diversi lavori – vendemmiatore in estate, vigilante notturno in un campeggio, commesso in un negozio del quartiere – prima di potersi dedicare completamente alla letteratura. Bolaño muore il 15 luglio 2003 all’ospedale Valle de Hebrón di Barcellona, lasciando incompiuto il romanzo 2666.
© Gianni Quilici

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