venerdì 4 giugno 2010

Sulle tracce di Bolaño - stella distante

Fabrizio Rusconi - 26/10/2009


Sulle tracce di Bolaño

“Questa è la mia ultima trasmissione dal pianeta dei mostri. Non mi immergerò mai più nel mare di merda della letteratura. D’ora innanzi scriverò le mie poesie con umiltà e lavorerò per non morire di fame e non cercherò di pubblicare” p. 178

“...Arturo desiderava una storia più lunga, non specchio ed esplosione di altre storie, bensì specchio ed esplosione in se stessa...la mia funzione si è limitata a preparar da bere, consultare alcuni libri, e discutere, con lui e col fantasma sempre più vivo di Pierre Menard, il valore di molti paragrafi riprodotti” p. 15

“Pierre Menard, Author of the Quixote” is written in the form of a review or literary critical piece about (the non-existent) Pierre Menard, a 20th century French writer. It begins with a brief introduction and a listing of all of Menard’s work.
Quelle che ho soprascritto sono indizi, tracce divergenti che vorrei usare per introdurre nonché tentare una pur modesta interpretazione di ‘Stella distante’ e del suo autore: il cileno Roberto Bolano. Significativo punto di partenza: l’esistenza dello scrittore Roberto Bolano sembra già di per sé fatta della materia dei suoi romanzi: strana, bizzarra e borgesiana. Potremmo chiederci chi è Roberto Bolano e cosa ha detto e scritto; cosa ha fatto e dove ha vissuto. È esistito ma la sua vita avventurosa e a tratti miseranda finisce per confondersi e sovrapporsi a quella di tanti altri personaggi le cui gesta reali o presunte appartengono comunque al piano della finzione. C’è innanzi tutto il richiamo a Pierre Menard. Autore o falso autore? Dove inizia la finzione e dove realtà? Cosa è letteratura e cosa non lo è? Difficile rispondere. E ancora: Rimanda a un’entità reale o fittizia l’annotazione in apertura al romanzo Stella distante? Apparentemente essa è di R. Bolano: vi si spiegano l’eziologia e i rimandi, le fonti (precedenti e intertestualità) di Stella distante.
Peccato che poi l’autore si dice in colloquio con il fantasma di Pierre Menard, oltreché con Arturo – che per quanto ne sappiamo potrebbe essere esistito come è esistito il deuteragonista della finzione romanzesca, quel Carlos Wieder che all’occorrenza cambia nome e identità - e allora i confini tra personaggi reali e fittizi, tra i piani di verità e finzione diventano una barriera che il lettore deve superare faticosamente, anzi un vero e proprio labirinto nel quale la nostra stessa identità di lettori si fa precaria e scivolosa.
Ma è bello così. La sospensione dell’incredulità viene spinta anche più in là; e nel momento in cui la letteratura diventa reale come un sogno lucidissimo e popolato, la nostra esistenza di lettori sbiadisce e si confonde. Ma non solo: questo sogno lucidissimo e popolato, questo sogno in cui compaiono nomi di persone, di luoghi, di strade e città, di riviste letterarie e di titoli di poesie è in realtà affidato alla congettura, alla ricerca di identità che si eteronomizzano (tra Borges e Pessoa), di personaggi che ‘spariscono’, o lasciano labili tracce del proprio passaggio (un topos ricorrente in Bolano e rinvenibile oltreché in Stella distante, in 2666, dove lo scomparso risponde al nome di Benno von Arcimboldi).
Tutto ciò finisce per destabilizzare l’apparentemente solido edificio del mondo di finzione. E proprio quando quel mondo appare traballante e orientato alla pura congettura e alla ricerca di indizi e di falle, noi sentiamo di esserne protagonisti, di esserne i detective. Paradossale la conseguenza: anche il detective è in fondo un ricercato che ha fatto perdere le sue tracce. Chiedersi allora dove finisce la vita di Roberto Bolano e dove iniziano suoi romanzi è velleitario. L’io narrante che pensa/scrive: “Questa è la mia ultima trasmissione dal pianeta dei mostri. Non mi immergerò mai più nel mare di merda della letteratura. D’ora innanzi scriverò le mie poesie con umiltà e lavorerò per non morire di fame e non cercherò di pubblicare”, appare essere biograficamente simbiotico al Roberto Bolano autore dello stesso romanzo. Ecco perché Roberto Bolano abita lo spazio ambiguo e suggestivo dei vari Pierre Menard, autore reale o borgesiana invenzione? Ma comunque, venendo al testo, Stella distante è strutturato digressivamente, confermando la straripante immaginazione degli scrittori latino-americani.
È il racconto testimoniale e quindi indiretto di Carlos Wieder poeta maledetto, artista sperimentale nonché torturatore seriale, assassino e trasformista: veste identità e eteronimi per nascondere la sua vera natura, o forse per esaltarla. Ma oltre al protagonista indiretto o almeno sfuggente, il romanzo di Bolano infila una sfilza di altre identità, tutte raccontate dall’esterno, tutte testimoniate: Carlos Wieder, appunto, che è anche Alberto Ruiz-Tagle, quindi i due maggiori poeti cileni, l’uno nemesi dell’altro, Juan Stein e Diego Soto, un investigatore piuttosto strano e malinconico Romero, Bibiano O’Ryan, l’amico della giovinezza del narratore, le gemelle Garmendìa e così via. Insomma esistenze perdute, vite spezzate e ‘desapareside’. Naturalmente ciò che colpisce nel romanzo di Bolano è il peso delle cose non dette, taciute, inconfessate. C’è un’ombra segreta, una parte nascosta, essa abita l’intercapedine tra la congettura e il silenzio: è da qui che Bolano inventa le sue storie.



NOTE
'Pierre Menard, autore del Chisciotte link interno'' è un racconto di Jorge Luis Borges contenuto nel libro "Finzioni", Einaudi c



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