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domenica 12 settembre 2010

Per Milan Kundera ( tradurre poesia - iv, di Massimo Rizzante )

  Massimo Rizzante


  11 settembre 2010

Per Milan Kundera


Dialogo - Sulla poesia


Massimo Rizzante: A causa del tema principale de La vita è altrove ti sei fatto una fama di nemico della poesia. Eppure tu stesso in passato hai scritto alcune raccolte di versi e mi hai sempre parlato con amore dei poeti cechi Nezval, Holan e del tuo amico Skácel. Qualche tempo fa ci era venuta l’idea un po’ folle di mettere insieme una sorta di Antologia dei poeti dimenticati del XX secolo. Mi ricordo che in quell’occasione mi hai fatto scoprire Oscar V. de L. Milosz, un poeta lituano-francese, fin troppo presto cancellato dalla memoria letteraria europea…

Milan Kundera: Io distinguo sempre molto nettamente le nozioni di lirismo e poesia. Il romanzo di cui parli è un’analisi del lirismo, dell’atteggiamento lirico. Questa parola è stata abbondantemente definita e commentata da Hegel: il poeta lirico, affascinato dalla sua anima, lascia parlare il suo “io” interiore per risvegliare nel lettore gli stessi sentimenti. Tuttavia, per Hegel la più lirica delle arti non è la poesia, ma la musica, perché essa è una confessione ancora più intima, più soggettiva dell’anima. Ciò ti dimostra che la parola lirico (o lirismo) non riguarda direttamente un genere letterario, la versificazione, ma è una nozione che ha le sue radici nell’esistenza. Per questo posso definire la giovinezza come l’età lirica, che, come sai, era il titolo provvisorio de La vita è altrove.

M. R. Il romanzo è per te l’arte antilirica per antonomasia. Hai anche detto: il romanzo è “poesia antilirica”. Ti pregherei di precisare meglio questa tua affermazione. La “poesia antilirica del romanzo”: che cosa vuoi dire?

M. K. Flaubert era un romanziere violentemente antilirico: oggettività, ironia, messa al bando dell’“io” dell’autore; ma è stato sempre Flaubert a innalzare il romanzo fino alle più alte vette della poesia: la sua intenzione di “cercare al di sopra di tutto la bellezza”; la sua cura per ogni singola parola, per la melodia delle frasi, per l’originalità di ogni singolo dettaglio. Secondo André Breton, il grande traguardo della poesia moderna era “la fusione del sogno con la realtà”. Ma è nei romanzi di Kafka che questo ideale poetico si era già realizzato qualche decennio prima! Musil è stato un romanziere estremamente ironico, e perciò antilirico. Ma è lui il grande maestro della metafora. Quest’ultima, nel suo caso, non voleva incantare, né abbellire, ma conoscere: definire ciò che senza di essa sarebbe indefinibile. In questo senso io vedo nel romanzo, soprattutto nel romanzo moderno, una “poesia antilirica”.

Nota Il breve dialogo con Milan Kundera (la cui prima versione è stata pubblicata in Milan Kundera, «Riga», 20, a cura di M. Rizzante) farà parte del libro Avanzando verso il passato, una raccolta di dialoghi e ricordi, che sto ultimando.  

© Massimo Rizzante

pubblicato su Absolute Ville nella rubrica  tradurre poesia  11/11/2010



 


Dell’andare a capo in poesia

  Daniele barbieri


Dell’andare a capo in poesia

Un’amica che leggeva delle mie poesie mi ha domandato una volta con che criterio si va a capo nei versi. In altre parole, quando scrivi una poesia, come fai a decidere quando è ora di concludere un verso e iniziarne un altro?
La risposta banale è “Quando lo senti”. È vero (perché mentre scrivi è in gioco la sensibilità assai più di qualsiasi tipo di calcolo) ma non basta (perché anche questa stessa sensibilità segue delle regole, che ci siano in quel momento presenti o no).

La risposta non banale è molto complicata. Riflettendo sulla stessa sensibilità che ci porta ad andare a capo in un certo modo, posso però enunciare una serie (tutt’altro che esaustiva) di principi, che hanno come conseguenza l’andata (o meno) a capo:

venerdì 27 agosto 2010

ELAINE FEINSTEIN

  Franco Buffoni -

ELAINE FEINSTEIN

di franco buffoni

A Season in Vienna

The tram grinds on
wet rails around the
corners of brown
buildings.

Scatheless
visitors in a
cold rain we
float your

streets of plaster
frontage pitted
down to the
brick, in

a dark afternoon
the windows burning
bemused in
electric light.


Later we had a guide
to the grandeurs
of Franz Joseph,
the Ring

the Opera, the
Kunsthistorische
and: “On this balcony
Hitler announced

the Anschluss. Flowers
were all in bloom then
I remember:
Vienna had good springs once”.
(dalla raccolta In a Green Eye, 1966
poi in Selected Poems, Carcanet 1994)

Il tram macina
Rotaie bagnate
Rasentando in curva
Oscuri edifici.

Turisti illesi
Nella pioggia fredda,
Noi fluttuiamo
Sulle tue strade

Dalle facciate stuccate
Dei palazzi
Fino al rosso
Dei mattoni

In un buio pomeriggio,
Le finestre ardenti
Di luce elettrica,
Stupefatte.

Più tardi una guida
Ci ha mostrato le grandezze
Di Francesco Giuseppe,
Il Ring

L’Opera
La pinacoteca
E “Da questo balcone
Hitler annunciò

L’Anschluss. C’erano fiori
Dappertutto allora
Mi ricordo,
Vienna aveva belle primavere
Un tempo”.
(trad. Franco Buffoni)

Elaine Feinstein è nata nel 1930 a Bootle nel Lancashire ed è cresciuta a Leicester. Dopo gli studi universitari a Cambridge iniziò a scrivere poesia e narrativa. Un punto essenziale di svolta nella sua maturazione artistica fu la traduzione di Marina Cvetaeva (Oxford e New York, 1971), attraverso la quale sviluppò una sintassi più fuida e aperta che influenzò anche le successive prove narrative, come The Circle, 1970.
Elaine Feinstein ha pubblicato oltre trenta libri, fra cui numerosi romanzi, opere per la televisione e la radio, biografie e saggi – notevole quello su D. H. Lawrence – e le raccolte di poesia In a Green Eye (1966), The Magic Apple Tree (1971), The Celebrants (1973), Some unease and Angels (1977), Badlands (1986), City Music (1990), Daylight (1997), Gold (2000) e Talking to the Dead (2007).
Per molti anni ha insegnato letteratura inglese al Newnham College di Cambridge. Nel 1980 è stata ammessa alla Royal Society of Literature. Nel 1990 l’Università di Leicester le ha conferito la laurea honoris causa. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali il Cholmondeley Award e ben tre Arts Council Translation Award. Una scelta cospicua dei suoi versi è contenuta in Selected Poems (1994) e Collected Poems and Translations (2002), apparsi presso Carcanet, che raccolgono testi tratti da tredici diverse raccolte.
George Steiner, uno dei suoi maggiori estimatori, ha scritto che dai versi di Elaine Feinstein traspare una rara “intelligence of pain”, che potremmo liberamente tradurre con “cognizione del dolore”. Capacità che le viene dal fatto di avere sempre scritto versi basati sulla necessità e sull’esperienza. Steiner dice che i suoi versi sono il risultato di un connubio tra “instinct” e “caring”.
Narratrice, riesce a infondere nella sua poesia, la sottile tagliente lucidità della trama esposta, dell’accadimento reso esplicito. Poeta, riesce a intridere la propria scrittura narrativa di quel pathos cristallizzato, allusivo invero tipico della scrittura in versi novecentesca.
Aliena da mondanità e appartenenze a scuole o gruppi di tendenza è stata avversata ai suoi esordi dai critici favorevoli al Movement, mentre è sempre stata molto apprezzata da nell’ambito del Group. Ted Hughes – per esempio – ha esaltato in lei il modo tenace e penetrante di esplorare fino al midollo l’oggetto della propria narrazione in versi, aggiungendo: “Her simple, clean language follows the track of the nerves”.
Il suo dettato poetico appare in defnitiva sorretto da una straordinaria limpidezza e da una impellente necessità di chiarezza. Nulla viene nascosto o taciuto, ma anche nulla viene esibito con compiacimento. Dai suoi versi viene incontro al lettore la poesia, non la letteratura. Buon compleanno, Elaine!


Nazione Indiana  24 agosto 2010

la discussione che è seguita a questo articolo  è  molto interessante e istruttiva 

©  

 


non bisogna parlare poéticamente della poesía

  Fabian Soberon  


sulla poesia    



  non bisogna parlare poéticamente della poesía  



Perchè un gran romanzo, un romanzo epico, un romanzo che è la successione infinita di storie che si incrociano e si disfano, è un romanzo sui poeti?
Perchè questo romanzo non narra il destino di alcuni narratori? Perchè i detective per essere selvaggi devono essere poeti?
Quando mi facevo queste domande pensai a Gombrowicz
“non bisogna parlare poéticamente della poesía”. 

Anche se, chiaro, il gran problema del romanzo non è la poesia ma la sconfitta



 [ © Fabian Soberon    Pierre Menard, autore di Bolaño  ]

  

sulla poesia    




 

mercoledì 25 agosto 2010

la teoria dei compensi

  Franco Buffoni  



sulla poesia    



la teoria dei compensi 



la teoria dei compensi ha a che vedere con la traduzione poetica. Molto in sintesi consiste nel “far quadrare” da parte del traduttore non il singolo verso, ma l’insieme del testo tradotto. Per esempio, puoi perdere una rima al verso 4, ma la recuperi al v 14 in un’altra situazione traduttiva assente nell’originale; “sacrifichi” un aggettivo al v 7 ma compensi la perdita usando un verbo più espressivo (che in qualche modo includa l’aggettivo sacrificato) al v19. Perché secondo questa teoria ciò che conta è l’equilibrio complessivo della traduzione.


 [ © Franco Buffoni , breve commento su Nazione Indiana in calce a un articolo dello stesso autore    ELAINE FEINSTEI  ]

  

sulla poesia    



Il sito di Franco Buffoni   - - - -


Franco Buffoni ha pubblicato Suora carmelitana (Guanda 1997), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000), Guerra (Mondadori 2005), Noi e loro (Donzelli 2008), Roma (Guanda 2009). Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). È autore dei romanzi Più luce, padre (Sossella, 2006), Reperto 74 (Zona 2008) e Zamel (Marcos y Marcos 2009). [www.francobuffoni.it ]
 

desiderio di scoprire una terra incognita

  Massimo Rizzante  



sulla poesia    



desiderio di scoprire una terra incognita


Ha tradotto altri poeti?

Non sono un traduttore professionista. per vivere insegno. Non accetto gli ordini e i  diktat delle case editrici. Nè del resto mi sento un inviato speciale della cultura con il compito di render note ai lettori italiani le ricchezze dimenticate della poesia straniera...in Italia si legge poco. Si è molto cattolici. E io non sono un missionario! ho tradotto e pubblicato due libri di Milan Kundera, il sipario e Un incontro. traduzioni nate dal nostro incontro e il sipario non è ancora chiuso...grazie a questo incontro e al mio desiderio di scoprire una terra incognita ho tradotto e pubblicato le poesie di Oscar Milosz [ Sinfonia di Novembre ].

In quanto poeta amo introdurre nelle mie raccolte traduzioni da altri poeti (Seferis, per esempio, o Crnjanski). quando preparo una raccolta di poesie la concepisco come uno zibaldone, un quaderno in cui puoi trovare versi, prosa, pagine di diario, dialoghi, tutti i registri formali. quindi anche traduzioni.
 [ © Massimo Rizzante , tratto dalla    intervista dei "Cahiers des amis de O. V. de Lubicz Milosz" di Parigi ]

[© traduzione dal francese: Alice x]
  

sulla poesia    


una recensione di Rigoni Mario Andrea su Sinfonia di novembre di Oscar Milosz


sabato 21 agosto 2010

marginalità e poesia

Julio Monteiro Martins

sull'    esilio   •• sulla   poesia



marginalità e poesia

"Il dramma dell’esilio, il trauma della migrazione – questo “suicidio amministrato” – che i poeti condividono, è responsabile in parte di questo spessore. Il dazio nella forma di dolore che il poeta ha dovuto pagare in passato gli è ora restituito sotto forma di profondità emotiva e sintesi poetica. L’apprendistato tardivo e consapevole, appassionato, della nuova lingua poetica adottata, a sua volta, è responsabile dell’alta qualità formale di questa poesia. Quanto alla poesia oggi a livello mondiale possiamo seguire delle tracce simili: la grande poesia è quella scritta da outsiders, da stranieri e da esseri marginali, che scrivono dal “di fuori” della mainstream culturale e sociale, poeti che rifiutano il sistema convenzionale e sono da esso respinti: migranti, ma anche omosessuali, indios, abitanti dei sottoboschi delle metropoli, minoranze etniche, rivoluzionari, tossicodipendenti, asceti, popoli in via di estinzione, popoli in via di emersione."

[©  Julio Monteiro Martinsintervista di 118 libri   ]
  
© Julio Monteiro Martins

sull'    esilio   •• sulla   poesia