Julio Monteiro Martins
marginalità e poesia
"Il dramma dell’esilio, il trauma della migrazione – questo “suicidio amministrato” – che i poeti condividono, è responsabile in parte di questo spessore. Il dazio nella forma di dolore che il poeta ha dovuto pagare in passato gli è ora restituito sotto forma di profondità emotiva e sintesi poetica. L’apprendistato tardivo e consapevole, appassionato, della nuova lingua poetica adottata, a sua volta, è responsabile dell’alta qualità formale di questa poesia. Quanto alla poesia oggi a livello mondiale possiamo seguire delle tracce simili: la grande poesia è quella scritta da outsiders, da stranieri e da esseri marginali, che scrivono dal “di fuori” della mainstream culturale e sociale, poeti che rifiutano il sistema convenzionale e sono da esso respinti: migranti, ma anche omosessuali, indios, abitanti dei sottoboschi delle metropoli, minoranze etniche, rivoluzionari, tossicodipendenti, asceti, popoli in via di estinzione, popoli in via di emersione."
[© Julio Monteiro Martins, intervista di 118 libri ]
[© Julio Monteiro Martins, intervista di 118 libri ]
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