E anche se quel canto che avevo ascoltato parlava di guerra, delle imprese eroiche di un'intera generazione di giovani latino-americani immolati, io sapevo che sopra ogni altra cosa, parlava del coraggio e degli specchi, del desiderio e del piacere.
E quel canto è il nostro Amuleto.
[ Amuleto p.142, ed Mondadori ]
E quel canto è il nostro Amuleto.
[ Amuleto p.142, ed Mondadori ]
Amuleto
Amuleto è l'estensione di un capitolo de I detective selvaggi e narra la storia di Auxilio Lacouture, rinchiusa nel bagno delle donne del quarto piano della facoltà di filosofia della Unam durante l'irruzione dell'esercito messicano che il 2 ottobre del '68 invade piazza Tlatelolco e reprime nel sangue la protesta studentesca compiendo una vera e propria strage (oltre 300 morti). La storia narrata si basa su un episodio realmente accaduto e la protagonista e' un personaggio ispirato alla figura di Alcira Soust Scaffo, una maestra scrittrice e inmigrante illegale uruguaiana, che si trasferì in Messico e conobbe Bolaño nel 1970.
Così la descrive Jorge Ruffinelli, professore universitario uruguaiano, attualmente residente negli Stati Uniti, che conobbe Alcira in Messico, negli anni '70.
La sua storia era famosa, io stesso conobbi e vidi varie volte Alcira quando veniva a visitare i miei amici nella facoltà di Filosofia e Lettere. Alcira era simpatica e amabile, e quando seppe che io ero uruguaiano come lei, non si staccava da me e mi regalava le sue poesie scritte con il mimeografo che portava sempre con se: La sua storia la conobbi più tardi. Alcira era arrivata in Messico senza soldi, senza contatti, e irruppe come una paracadutista nell'Università del Messico (UNAM). Il direttore di Filosofia e Lettere, Dr. Guerra, ebbe pena di lei, e cominciò a darle piccoli e umili lavori, pagandola di tasca propria con modeste remunerazioni.
Alcira era una donna intellettualmente preparata anche se un po' ingenua, un cronopio cortazariano. Per questo, quando il dipartimento di francese scoprì che conosceva la lingua, le diede delle traduzioni da fare. Tradusse Mallarmè e Rimbaud credo. Il fatto che fosse rimasta nascosta nei bagni della facoltà, nel '68, la rendeva eroica.
Ma il tratto più accentuato di Alcira era la mancanza dei denti davanti, ragione per cui ogni volta che si dirigeva verso una persona, utilizzava un libro (o le sue stesse poesie) per nascondere il difetto. Si racconta che ci fu una colletta tra gl istudenti e i professori per pagarle le cure dentali. Alcira non le fece mai. Il dettaglio della mancanza di denti si menziona solo in amuleto.
[ Jorge Ruffinelli ]
Alcira era una donna intellettualmente preparata anche se un po' ingenua, un cronopio cortazariano. Per questo, quando il dipartimento di francese scoprì che conosceva la lingua, le diede delle traduzioni da fare. Tradusse Mallarmè e Rimbaud credo. Il fatto che fosse rimasta nascosta nei bagni della facoltà, nel '68, la rendeva eroica.
Ma il tratto più accentuato di Alcira era la mancanza dei denti davanti, ragione per cui ogni volta che si dirigeva verso una persona, utilizzava un libro (o le sue stesse poesie) per nascondere il difetto. Si racconta che ci fu una colletta tra gl istudenti e i professori per pagarle le cure dentali. Alcira non le fece mai. Il dettaglio della mancanza di denti si menziona solo in amuleto.
[ Jorge Ruffinelli ]
Jorge Ruffinelli, il 24 di maggio, scrive a Bolaño e tra le altre cose, lo informa che Alcira era ritornata a Montevideo ed era morta, e gli domanda se avesse conosciuto personalmente ad Alcira. Bolano risponde il primo di giugno 2003. Ecco il testo della lettera scritta da Bolaño:
lettera di Bolaño a Ruffinelli dell'1/6/2003
Caro RuffinelliNo, in Messico non ci siamo conosciuti, però sono riuscito a leggere alcune cose tue quando ancora vivevo lì. Ricordo Donoso Pareja, a Espinasa, invece, però dai non so nemmeno chi sia.
Alcira certo che l'ho conosciuta, di fatto lei trascorse un po' di tempo vivendo a casa di mia madre, così come lo racconto in Amuleto, in realtà, quasi tutto cio' che appare in questo romanzo si attiene alla realtà. Alcira dovetti conoscerla nel 1970 e l'ultima volta che la vidi fu, probabilmente, nel 1976. Non sapevo della sua morte. Di fatto, un giovane scrittore cileno chiamato Matías Ellicker e' stato in Uruguay, un paio d'anni o un anno e mezzo fà, con l'intenzione di rintracciarla, conobbe sua sorella, che gl idisse che alcira era internata in un manicomio. Ti ringrazio per la tua lettera, tanto generosa come esagerata. La mia salute, in effetti, non è buona (anche se le mie riserve strategiche sono degne di un generale russo), e lettere come la tua contribuiscono a sollevare l'animo almeno per cinque minuti, cosa che, a ben vedere, non è niente male
Ricevi un forte abbraccio.
Bolaño.
In questo romanzo viene confermato il carattere intertestuale dell'opera di Bolaño. Oltre all'evidente relazione del romanzo con il quarto capitolo della seconda parte de I detective Selvaggi (che ricorda lo stretto legame di Stella distante con l'ultimo capitolo de La letteratura nazista in America, anche se in questo caso più che di un estensione si tratta di un rifacimento completo), di fatto Amuleto prefigura non solo il titolo dell'ultimo romanzo di Bolaño
"E li seguii: li vidi camminare con passo leggero per Bucareli fino a Reforma e poi li vidi attraversare Reforma senza aspettare il semaforo verde, entrambi coi capelli lunghi e scompigliati perchè a quell'ora su Reforma tira tutto il vento notturno che è avanzato alla sera, l' avenida Reforma si trasforma in un tubo trasparente, in un polmone di forma cuneiforme nel quale passano le esalazioni immaginarie della città, e poi iniziammo a camminare per l' avenida Guerrero, loro un po' più lentamente di prima, io un po' più in fretta di prima, la Guerrero a quell'ora somiglia sopra ogni altra cosa a un cimitero, ma non a un cimitero del 1974, né a un cimitero del 1968, né a un cimitero del 1975, ma a un cimitero del 2666, un cimitero dimenticato sotto una palpebra morta o mai nata, le acquosità prive di passione di un occhio che volendo dimenticare qualcosa ha finito per dimenticare tutto"
[Amuleto p.71, ed Mondadori ]
[Amuleto p.71, ed Mondadori ]
ma anche il tema del male assoluto, inesplicabile, inellutabile, immotivato, che si sottrae ad ogni logica, che non ha cause nè ha un fine. Un territorio che ha " perduto da tempo immemorabile la sua condizione primigenia di innocenza"
[..] li si trovava, [..] attraverso qul fiume turbolento che era ed è l'avenida Guerrero, simile [..] al Grijalva, [..] anche se quel Grijalva notturno che era ed è l'avenida Guerrero aveva perduto da tempo immemorabile la sua condizione primigenia di innocenza. Vale a dire, quel Grijalva che fluiva di notte era, sotto tutti gl iaspetti, un fiume dannato lungo la cui corrente scivolavano via cadaveri o parvenze di cadaveri, automobili nere che apparivano e sparivano, e poi apparivano di nuovo, le stesse o la loro silenziosa eco impazzita, come se il fiume dell'inferno fosse circolare..
[ Amuleto p.72, ed. Mondadori ]
[ Amuleto p.72, ed. Mondadori ]
Come ha scritto Alex candia in "2666, La magia y el mal":
Auxilio prevede come questo cimitero sia un fiume che raccoglie cadaveri e auomobili nere, mezzo di trasporto dei cadaveri di Santa Teresa. Amuleto è la profezia che annuncia gli orrori che lacerano e divorano le donne della città messicana
Auxilio prevede come questo cimitero sia un fiume che raccoglie cadaveri e auomobili nere, mezzo di trasporto dei cadaveri di Santa Teresa. Amuleto è la profezia che annuncia gli orrori che lacerano e divorano le donne della città messicana
Di Alcira Soust Scaffo (foto del 1975 di Alcira in messico) si parla anche nel libro di Poniatowska, La noche de Tlatelolco :
«Durante i quindici giorni dell'occupazione della CU da parte dell'esercito, una ragazza rimase chiusa in un bagno dell'università:Alcira. restò terrorizzata, non potette scappare, o non volle. Appena vide i soldati, la prima cosa che fece fu di chiudersi a chiave. Fu orribile. Uno degli impiegati della pulizia la trovò mezzo morta, buttata nel mosaico del bagno. Quindici giorni dopo! deve essere stato spaventoso vivere in quel modo, ora dopo ora, bevendo solamente acqua dal rubinetto del lavandino. sopravvisse così, tra i lavandini e le toilette - lì dormiva buttata in quel corridoio, nel piano del mosaico - e si affacciava a dare un'occhiata fugace per vedere i soldati caricati sui carri armati, sbadigliando o sdraiati addormentati nelle jeeps....era talmente terrorizzata che non si mosse mai dal bagno»
Carolina Pérez Cicero, de filosofía y letras de la Unam (Poniatowska, La noche de Tlatelolco, p. 71).
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