Massimo Rizzante & Marc Augè
"non si dovrebbe sostituire la contemplazione del cielo
con la contemplazione degli schermi"
Paul Virilio
....la proliferazione dei dati del nostro tempo (che) uniforma tutto, attualizza tutto, per cui la frontiera tra attualità e “presente storico” come quella tra attenzione e distrazione vengono abbattute .... la proliferazione è anche dentro di noi, nelle nostre teste piene di sensazioni e pensieri: certo, le difficoltà di discernimento interiore aumentano quando all’esterno siamo inondati da un flusso praticamente ininterrotto di dati da registrare e eventualmente discernere ........
[© Massimo Rizzante, frammento di un intervento nella discussione suscitata da un saggio dello stesso autore: Il demone roditore, pubblicato su Nazione Indiana il 6 aprile 2008 e consultabile anche qui ]
[© Massimo Rizzante, frammento di un intervento nella discussione suscitata da un saggio dello stesso autore: Il demone roditore, pubblicato su Nazione Indiana il 6 aprile 2008 e consultabile anche qui ]
Ma l'accelerazione che caratterizza la modernità attuale (collocata, come ha efficacemente mostrato Paul Virilio già qualche anno fa, sotto il duplice segno dell'istantaneità e dell'ubiquità) lascia rapidamente indietro i testimoni isolati del passato, un passato che resta loro benchè faccia già ormai parte della Storia. La memoria è troppo lenta, o troppo fedele, e la storia troppo rapida.
[© Marc Augè, Paesaggi planetari, saggio pubblicato su Lettera Internazionale Nr 104 2°trim 2010]
[© Marc Augè, Paesaggi planetari, saggio pubblicato su Lettera Internazionale Nr 104 2°trim 2010]
Insomma il presente si dilata a dismisura con la ridondanza di dati e notizie e informazioni e immagini e notizie dati informazioni, e immagini, che scorrono veloci e istantanee nel monitor. La connessione ha preso il posto della relazione. Ne siamo attratti e schiacciati in una dimensione dell'onnipresente, senza passato e senza orizzonti. Priva di memoria e di progetto.
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