mercoledì 18 agosto 2010

elogio dell'amore - Alain Badiou

Alain Badiou
elogio dell'amore

....il rivale è del tutto esterno, non entra affatto nella definizione dell’amore. Si tratta di un punto capitale di disaccordo con tutti coloro che pensano che la gelosia sia costitutiva dell’amore. Il più geniale di costoro è Proust, per il quale la gelosia è il vero contenuto, intenso e diabolico, della soggettività innamorata. A mio parere, essa non è che una variante della tesi moralista e scettica. La gelosia è un parassita artificiale dell’amore e non entra minimamente nella sua definzione. Forse che ogni amore per dichiararsi, per cominciare, deve identificare fin dapprincipio un rivale esterno? Nient’affatto! Semmai è il contrario: le difficoltà immanenti dell’amore, le contraddizioni interne alla scena del Due si possono cristallizzare su un terzo, su un rivale reale o supposto. Le difficoltà dell’amore non dipendono dall’esistenza di un nemico identificato. Esse sono interne al loro processo: il gioco creatore della differenza. E’ l’egoismo il nemico dell’amore, non già il rivale. Si potrebbe dire: il nemico principale del mio amore, quello che devo vincere, non è l’altro, sono io, l’”io” che vuole l’identità contro la differenza, che vuole imporre il suo mondo contro il mondo filtrato e ricostruito dal prisma della differenza.

[© Alain Badiou (intervistato da Nicolas Tuong),
Alain Badiou avec Nicolas Truong, Éloge de l’amour, Flammarion, Paris 2009, pp. 49-56).
Estratti a cura del traduttore Roberto Bugliani
in Nazione Indiana del 17 febbraio 2010 





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