Paolo Petroni -
5 febbraio 2011Quel che pesa in questo nuovo romanzo di Roberto Bolano, e' il passato, in particolare quello che e' insito, con tutto il suo valore di minaccia, nel wargame da tavolo 'Il Terzo Reich' e quello misterioso alle spalle del Bruciato, uomo ricoperto di ustioni che noleggia pattini sul lungomare e si trovera' a sfidare a quel gioco il protagonista, l'io narrante Udo Berger, anche lui con un suo passato, visto che e' tornato in un Hotel della Costa Brava, a dieci anni dalla sua solare vacanza da ragazzo in quello stesso luogo. Ed e' il peso di questi passato che aiutera' la nuova discesa agli inferi raccontata da questo narratore cileno, maestro di metafisici vuoti esistenziali, scomparso cinquantenne nel 2003 e diventato, solo dopo la sua morte, autore di culto e grande successo grazie alla pubblicazione del suo monumentale capolavoro '2666' (ed. italiana Adelphi), che ha fatto riscoprire anche i tanti libri precedentemente pubblicati da Sellerio (da 'La letteratura nazista in America' a 'I detective selvaggi'). Di '2666' poi proprio Adelphi annuncia di star traducendo quella che pare si possa considerare la sua sesta parte, visto che ha gli stessi personaggi e, salvo qualche incongruenza, ne aiuta la comprensione, 'I dispiaceri del vero poliziotto', ritrovato dattiloscritto tra le carte di Bolano e la cui prima edizione spagnola arriva in questi giorni in libreria.
Udo e' in vacanza e fa vita poco sociale per mettere a punto una nuova versione de 'Il Terzo Reich', il gioco di cui e' campione, ed e' accompagnato dalla bella Ingeborg, che fa amicizia con un'altra coppia tedesca. Cosi, mentre si dedica all'invasione della Polonia, alle battaglie nel Nord Africa e alla campagna di Russia delle truppe di Hitler, e si ritrova impegnato in una partita micidiale col Bruciato, che preso si rivelera' una vera e propria ''lotta per la vita e per la morte'', attorno a lui ogni incontro casuale o significativo apre una piccola crepa sui motivi ambigui e minacciosi che possiamo solo immaginare dell'agire dei vari personaggi, dalla direttrice dell'Hotel del Mar Frau Else col suo marito malato a Karl e Hanna, detti il Lupo e l'Agnello in un aura da vittima e carnefice.
Un noir certo, col suo tenerci sempre sospesi al limite del baratro che tutti abbiamo dentro di noi e puo' inghiottirci in qualsiasi momento, quindi soprattutto ancora un thriller metafisico su un mondo e un'umanita' la cui tanquillita' non puo' che essere solo apparente e fragile, proprio come la sua scrittura. Facile quindi capire come sia nato il mito, tutto falso, di Bolano scrittore maledetto, drogato 'Kurt Cobain della letteratura latino-americana', secondo una definizione della stampa americana, aiutata dalla macchina pubblicitaria dell'industria editoriale Usa, come ricostruisce un saggio di Sarah Pollack, ricercatrice alla New York University, ricordandoci che mentre scriveva i suoi capolavori, cosciente che non gli restava probabilmente molto da vivere, Bolano conduceva una vita normale con attorno la sua famiglia. 'Il Terzo Reich' e' un altro capitolo frutto delle ossessioni del suo autore, un capitolo di qualita' e che avvince anche se si puo' supporre alcune sbavature si debbano al fatto che Bolano non riusci' portare a termine l'ultima stesura. (ANSA).
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