Andrea inglese
settembre 2010Silvia Ballestra tocca una questione difficile, da cui si dipartono parecchi fili.
Il primo potrebbe essere quello della funzione igienica del critico. In un contesto come quello attuale, il critico dovrebbe avere il compito di denunciare le valutazioni eccessivamente sballate: alzare i giustamente sottovalutati, abbassare gli ingiustamente sopravvalutati. Il pericolo peggiore per la sopravvivenza dei talenti forti, scomodi, importanti, non è ovviamente l’esistenza dei Moccia o dei Faletti o della Tamaro. Il peggio non è il libro popolare, di scarsa rilevanza letteraria, che però piace molto, si vende bene, è di moda. Il peggio è il libro falsamente interessante, falsamente nuovo, falsamente fresco, falsamente profondo. Il libro che ha pretese letterarie, ma è debole e stereotipato. Qui c’è tutto un grosso lavoro da fare, anche perché più ci s’inoltra criticamente nella zona percepita come “alta”, di qualità, più le trappole si moltiplicano.
Dopodiché bisogna aprire il capitolo: valutare i sottovalutati. Ma direi addirittura: parlare della gran quantità di ottimi libri – che come Silvia dice in un punto – non destano alcun interesse, passano sotto silenzio, sono praticamente clandestini.
Io tra le due possibilità, ho praticamente sempre scelto la seconda. Ho sognato grandi stroncature, stroncature di ingiustamente acclamati (agli occhi miei), ma poi mi sono dedicato a scrivere sugli ingiustamente ignorati (o sottovalutati), per il semplice fatto che ciò mi dava più piacere, e il piacere è un molla critica importante.
Da un po’ di tempo sogno di realizzare per il sito alfabeta2 una rubrica dedicata alle recensioni. Ma questa rubrica, nelle miei ambizioni, dovrebbe riuscire a riportare in auge una vera e propria arte della recensione. Qualcosa che pochi sono stati in grado di realizzare davvero fino in fondo. Avete presente tutte le recensioni raccolte in “Descrizioni di descrizioni” di Pasolini?
L’arte della recensione come la penso io credo però sia ancora altra cosa da quanto auspicato da Silvia Ballestra. Intanto, è una critica che non pretende di essere “giusta”. E’ una critica infatti in cui il recensore espone anche se stesso, ma non nei termini di un ingenuo impressionismo, ma in quelli di un uso astuto e impietoso delle proprie idiosincrasie.
Per ora non ho trovato migliore espressione di quest’arte della critica che queste parole di Gombrowicz tratte dai “Diari”:
“Respingi con rabbia e fierezza tutti i vantaggi artificiali offerti dalla tua posizione. La critica letteraria non consiste nel giudizio di un uomo su un altro (chi te ne ha dato il diritto?), ma nel confronto paritario tra due personalità. Quindi non giudicare. Limitati a descrivere le tue reazioni. Non parlare mai dell’autore o dell’opera, ma solo di te stesso in rapporto all’opera o all’autore. Di te sei libero di parlare. Ma, parlando di te, fallo in modo che la tua persona acquisti peso, significato e vita e che diventi il tuo argomento decisivo. Esprimiti da artista, non in modo pseudoscientifico. La critica deve essere tesa e vibrante come la materia che tocca, altrimenti diventa lo sfiato gassoso di un pallone, una macellazione fatta con un coltello non affilato, una disintegrazione, un’anatomia, una tomba” (vol. I, 1954, VIII, p. 109)”
Alfabeta2 22 settembre 2010, commento a un articolo di silvia Balestra
© Andrea inglese
Andrea Inglese è nato a Torino nel 1967. Lettore presso l’università di Parigi. La sua tesi di dottorato in Letterature Comparate è confluita nel volume ‘L’eroe segreto. Il personaggio della modernità dalla confessione al solipsismo’, pubblicato nel 2004 dalle Edizioni del Dipartimento di Letterature Comparate dell’Università di Cassino,2003. Suoi interventi sono apparsi su varie riviste e nei volumi ‘Ákusma. Forme della poesia contemporanea’ (Metauro, 2000), ‘Scrivere sul fronte occidentale’(Feltrinelli, 2002) e ‘Ritmologia. Il ritmo del linguaggio. Poesia e traduzione’, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2002) Ha pubblicato la raccolta poetica ‘Prove d’inconsistenza’, con prefazione di G. Majorino nel VI Quaderno italiano (Marcos y Marcos, 1998),‘ Inventari’ (Zona 2001) con postfazione di B. Cepollaro, ‘Bilico’ (d’if, 2004). Nel 2005 è apparso l’E-book, ‘L’indomestico,’ Biagio Cepollaro E-dizioni . Una sezione di ‘Inventari’ e altre poesie sono pubblicate in ‘Poesie dell’inizio del mondo’(Sossella, 2003), che raccoglie i finalisti del premio Antonio Delfini. Alcuni testi inediti sono apparsi sulla rivista ‘Avanguardia’ (n°22, 2003), accompagnati da saggi di Cecilia Bello e Giovanni Palmieri sul suo lavoro poetico. Traduzioni in francese dei suoi testi appaiono nella rivista ‘Action poétique’ (n°177, settembre 2004), nella sezione dedicata alla poesia italiana contemporanea. È presente nell’antologia di poesia italiana contemporanea ‘Parola Plurale’ (Sossella 2005). Ha partecipato a diverse manifestazioni di poesia in Italia e all’estero, tra cui Ricercare ’97 (Reggio Emilia), Romapoesia (1999 e 2005), Festival Internazionale di Poesia del Mondo Latino Ars Amandi tenutosi in Romania (2005), 34ème Rencontre québécoise internationale des écrivains a Montreal (2006) e Milano Festival Internazionale di Poesia (2006). Suoi testi sono stati utilizzati dal compositore di musica elettronica Giovanni Cospito: Supra Modum, per soprano, suoni elettroacustici e live electronics (1996) e Prologo da “Le camere di Orfeo”, per elettronica (1993). È autore con la videoartista Rosanna Guida del video ‘La buiosa’ (1997), Prix de la Création Vidéo 98 al Festival “Art contemporain” di Clermont-Ferrand (Francia 1998). Con il gruppo Sincretica ha presentato due spettacoli multimediali: Memorie dell’immediato (1996, Milano e Venezia) e Spot-city: esercizi di persuasione urbana (1998, Genova e Milano). Collabora al blog di romanzieri e poeti Nazioneindiana alla rivista on line L’Ulisse e Italianistica online. E' animatore della rivista e del sito Alfabeta2
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